Siamo figli di Dio: fin d’ora quindi siamo simili a lui, anche se lo saremo in pienezza e in modo definitivo quando «egli si sarà manifestato e noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è».
La Vergine delle Grazie, Madre e Mediatrice della Grazia, ci mostra quale deve essere la nostra testimonianza di cristiani in questo momento in cui il mondo è diviso da una guerra terribile. Anche noi dobbiamo come lei, «intercedere», cioè «stare in mezzo» tendere le mani ai contendenti per costruire la pace.
La creatività e l’immaginazione dello Spirito hanno ispirato il desiderio di preti e collaboratori laici di mettersi insieme per un nuovo progetto pastorale, di fare rete, di riscoprire la bellezza di un ministero e di una vita parrocchiale non più vissuti nell’isolamento, nell’autoreferenzialità e anche nella tiepidezza e nella mediocrità.
Guardiamo a Maria per rinnovare la consapevolezza della nostra chiamata: come dice Paolo nella seconda lettura anche noi siamo stati «chiamati secondo il suo disegno» e «se siamo stati chiamati, siamo stati anche giustificati e se siamo giustificati siamo anche glorificati».
«Mia parte è il Signore, per questo in lui spero. Buono è il Signore con chi spera in lui, con colui che lo cerca. È bene aspettare in silenzio la salvezza di Dio».
«Custodire, rivelare e comunicare l’amore, quale riflesso vivo e reale partecipazione dell’amore di Dio per l’umanità e dell’amore di Cristo Signore per la Chiesa sua sposa» (S.Giovanni Paolo II)