VEGLIA PASQUALE

Le tenebre non scompaiono, ma dentro di esse brilla una luce, perché Cristo è risorto
16-04-2022

La notte ha un significato particolare anche per la fede e la preghiera. In particolare questa notte tra il sabato santo e la domenica di risurrezione è ricchissima di significati, come abbiamo sentito nell’inno dell’Exultet all’inizio della celebrazione. Negli ultimi due anni le restrizioni dovute al covid ci hanno costretto ad anticipare la veglia pasquale e penso che tutti abbiamo percepito come ci mancasse qualcosa di importante, perché la veglia pasquale per sua natura va celebrata nella notte.

La liturgia della Chiesa infatti ci fa percepire la novità della Risurrezione del Signore attraverso il contrasto tra le tenebre e la luce, come abbiamo sperimentato nella liturgia del cero. È necessario che anche noi ci immergiamo nel buio della notte per potere accogliere l’annuncio che Cristo è risorto.

Nessuno ha assistito alla risurrezione di Gesù: potremmo dire che è la notte a custodire il mistero della risurrezione.  In questa notte grazie alla fede ognuno di noi può diventare testimone di quello che «occhio non vide né orecchio udì».

Le tenebre della notte evocano l’oscurità della nostra condizione umana. Esse riflettono bene questo momento storico in cui facciamo fatica a vedere un orizzonte luminoso, Il futuro davanti a noi è buio pesto: la pandemia, la guerra, la crisi economica non ci permettono di avere una luce da cui lasciarci guidare.

Ma le tenebre di questa notte di Pasqua sono luminose. Lo abbiamo sentito nell’Exultet: «Questa è la notte in cui hai vinto le tenebre del peccato con lo splendore della colonna di fuoco. (…) Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno e sarà fonte di luce per la mia delizia». Le tenebre non scompaiono, ma dentro di esse brilla una luce, perché Cristo è risorto. È risorto: è passato per la morte con tutto quello che comporta, ma non ne è rimasto prigioniero. È passato appunto, ha fatto «pasqua» (che vuol dire passaggio). Così ha aperto un varco anche per noi: dentro l’oscurità della condizione umana si è accesa una luce. Dio non ha abbandonato il Figlio in balia della morte: lo ha risuscitato.

La fede pasquale, la fede di chi accoglie l’annuncio della Risurrezione di Cristo, trasforma la nostra vita. Per chi crede infatti la notte in cui siamo immersi diventa luminosa ed è possibile un cammino di liberazione e di salvezza. Alla luce della Risurrezione di Cristo possiamo comprendere le Scritture quelle Scritture che abbiamo udito nella prima parte di questa veglia e che ci parlano della fedeltà di Dio alle sue promesse.

La fede pasquale è il punto di arrivo di un cammino: i Vangeli, anche il brano che è stato proclamato poco fa, non temono di mostrarci lo stupore, il disorientamento, perfino l’incredulità dei discepoli nel ricevere l’annuncio della Risurrezione. Come loro anche noi dobbiamo «ricordare» le parole di Gesù in modo che maturi in noi la certezza che Lui, il Signore, è vivo e dona anche a noi la possibilità di una vita nuova.

In questo tempo così difficile, carico di angoscia e di preoccupazione, non abbiamo paura di ripetere l’annuncio pasquale: Cristo è risorto è veramente risorto! Lui solo è la nostra speranza e la nostra salvezza.