Quando pensiamo a Dio, può darsi che ci sentiamo in difficoltà: anche se siamo convinti che Dio esiste, ci chiediamo se è possibile conoscerlo. Risuona anche per noi la domanda di Adamo nel paradiso terrestre «Dio dove sei?». Il messaggio che la festa dell’Epifania (epifania in greco vuol dire manifestazione) ci vuol dare è che Dio vuol farsi conoscere, non solo da alcuni ma da tutti: Egli si è fatto uomo, è nato dalla Vergine Maria proprio per rendere possibile a tutti gli uomini di vedere Dio. Gesù, il Figlio di Maria, è non solo una vera manifestazione di Dio, ma è l’unica manifestazione: solo in lui noi possiamo infatti vedere Dio. Nessun altro ha mai preteso di mostrarci visibilmente Dio come ha fatto Gesù. Molti uomini religiosi, in tanti luoghi e tempi diversi, hanno intuito molte cose su Dio e ce le hanno trasmesse attraverso le loro riflessioni e i loro scritti, ma solo in Gesù Dio si è fatto visibile.
Questo messaggio ci viene trasmesso dalla liturgia tramite due temi che ritroviamo nelle tre letture che ci sono state proposte: il tema della luce e quello dell’universalità della salvezza.
L’umanità è alla ricerca di luce: è il desiderio di uscire dalle tenebre, il desiderio di vedere che muove gli uomini: «Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla su di te!» è l’invito del profeta Isaia alla città di Gerusalemme, il luogo dove Dio convoca tutti i popoli della terra per mostrare loro la sua salvezza. E’ la luce della stella che guida il cammino dei magi fino a Betlemme. Cristo, ci dice paolo nella Lettera agli Efesini, è la luce che illumina l’umanità e svela il «mistero» nascosto dai secoli. Cristo quindi è luce: ciò significa che in Lui trovano risposta le domande che ogni uomo porta nel cuore, che in Lui appare il senso e la meta della nostra esistenza, che in Lui trova pace la nostra inquietudine.
La luce che è Cristo è per tutti gli uomini, non solo per alcuni: è significativo che siano degli stranieri, i magi, a trovare il Bambino e adorarlo, non Erode, i sacerdoti e gli scribi di Gerusalemme. Questi saggi venuti dall’Oriente rappresentano tutti coloro che con sincerità e onestà cercano Dio. In loro vediamo un’umanità in ricerca, in cammino: siamo capaci di vederla questa umanità nel mondo di oggi? Ci sono tanti «magi» anche oggi che ci chiedono la strada come i primi magi hanno fatto con Erode. Noi sappiamo accoglierli, indirizzarli, incoraggiarli?
La festa dell’Epifania interpella anche noi che ci diciamo cristiani, credenti in Cristo. Ci chiede di interrogarci se lasciamo risplendere nella nostra vita la luce che è Cristo: le persone che ci incontrano tramite la nostra vita possono essere illuminate da Cristo? L’Epifania ci invita ad uscire dal nostro scoraggiamento e dalle nostre delusioni perché ci sembra che il messaggio cristiano non abbia più seguito: ci sollecita a guardare con uno sguardo diverso il mondo di oggi per scorgere il bisogno di vedere un Dio vicino che alberga nel cuore degli uomini e delle donne di oggi. Gesù è la risposta a questo bisogno, l’unica risposta. C’è bisogno però di chi mostri la strada, spieghi le Scritture, accompagni fino all’incontro con Lui. Chiediamo la grazia di esserlo noi per i fratelli e le sorelle che incontriamo sul nostro cammino.