La festa dell’Epifania è legata ad una serie di immagini e di tradizioni che da sempre hanno colpito la nostra fantasia: credo che tutti portiamo nel cuore lo stupore e la curiosità di quando bambini mettevamo nel presepio le statuine dei magi con i loro cammelli. L’Epifania però non si limita a questa dimensione fantastica e un po’ folcloristica. È una festa che ha un profondo significato di fede: in Oriente, dove è nata, celebra la nascita di Gesù (per gli orientali, ortodossi ma anche cattolici di rito greco corrisponde al nostro Natale), nascita presentata come luce di cui gli uomini hanno bisogno per vivere. In Occidente l’Epifania si affianca al Natale ed è diventata la festa in cui si celebra al manifestazione di Gesù come luce per tutti gli uomini. È a partire da questo significato teologico che possiamo capire chi sono i Magi, i protagonisti di questa festa.
Anzitutto non è detto che erano tre, ed erano “maghi”, non re. Dovevano appartenere alla categoria dei divinatori, degli astrologi, gente molto nota e apprezzata nell’antichità per la saggezza, per la capacità di interpretare i sogni, di prevedere il futuro e di leggere la volontà di Dio attraverso gli avvenimenti normali o straordinari della vita.
Non c’è da meravigliarsi che Matteo abbia introdotto i maghi nel suo racconto e li abbia scelti come simbolo di tutti i pagani che, prima degli stessi giudei, hanno aperto gli occhi alla luce di Cristo. Il loro cammino diventa simbolo della ricerca di Dio e del significato dell’esistenza.
Secondo la tradizione cristiana, i Magi sono tre, uno per ogni dono offerto al bambino Gesù.
Baldassarre, raffigurato con la pelle nera, simboleggia l’Africa. Porta con sé l’oro, simbolo di regalità che riconosce in Gesù il sovrano non solo dei giudei ma di tutti i popoli. Melchiorre, dalla carnagione chiara, rappresenta l’Europa e porta in dono l’incenso che bruciando si eleva verso il cielo e richiama il legame tra l’uomo e Dio. Il dono dell’incenso è così un modo per riconoscere in Gesù il figlio di Dio incarnato. Gaspare, infine, raffigurato con tratti arabi o indiani, è associato all’Asia; egli porta in dono la mirra, una resina aromatica utilizzata per le unzioni sacre e per la preparazione dei corpi alla sepoltura: è questo il segno che anticipa il sacrificio di Cristo, la sua passione e morte, compimento della missione salvifica.
Il messaggio di questa festa è molto attuale: ci dice anzitutto che Gesù è venuto per tutti gli uomini, di tutti i popoli e di tutte le razze e culture. La fede cristiana non è solo per una parte dell’umanità: questo contrasta radicalmente l’idea che oggi è molto forte di un cristianesimo identitario.
In secondo luogo l’Epifania ci invita a guardare quanti non fanno parte della comunità cristiana come cercatori di Dio: come i magi cercavano la Verità e per questo si sono messi in cammino, anche oggi ci sono tante persone che sono in ricerca, più di quanto noi crediamo. La missione della Chiesa oggi è quella di accompagnare questa ricerca, come la stella ha accompagnato il cammino dei magi.