La liturgia ci invita a vedere nel Santo Vescovo Bellino l’immagine biblica del «buon pastore». Anche lui come il Pastore grande, il Signore Gesù, ha dato la vita per le sue pecore: il buon pastore si distingue dal mercenario proprio perché offre la vita per le sue pecore. Non fugge e non abbandona il gregge a differenza del mercenario. A proposito di quest’ultimo, nota l’evangelista Giovanni, «non gli importa delle pecore». Prendersi cura fino al sacrificio di se stesso è la caratteristica del pastore, che il nostro Santo ha incarnato in modo eminente, fino al martirio.
In questa prospettiva possiamo comprendere anche la sollecitudine del Vescovo Bellino per la sua città di Padova: le notizie storiche ci parlano di un Vescovo attento alle vicende politiche e sociali della sua città, impegnato a difendere i più deboli (i servi della gleba) e a promuovere una convivenza civile più libera e partecipata.
Fare memoria del nostro Patrono allora ci spinge a pensarci come comunità cristiana dentro la città degli uomini: come lui anche noi dobbiamo avere a cuore le sorti della comunità umana in cui viviamo. La nostra vocazione di cristiani è quella di essere «luce» e «sale» del mondo e tale compito è tanto più necessario in un tempo come il nostro in cui si affermano nella nostra società atteggiamenti di disgregazione, di chiusura e di esasperata conflittualità. La fraternità vissuta e testimoniata dalla comunità cristiana può diventare lievito di riconciliazione e di sviluppo umano e sociale anche per la città degli uomini.
Anche la nostra città di Rovigo sconta il clima di timore e di sfiducia che caratterizza in questo momento la società italiana nel suo complesso. Di fronte alla difficoltà di interpretare i grandi cambiamenti che stiamo vivendo, prevalgono la paura e la rassegnazione, che si traducono concretamente in atteggiamenti di chiusura e di difesa. La conseguenza è la crisi della partecipazione a tutti i livelli, ma in particolare nell’ambito politico e amministrativo. I tradizionali canali di partecipazione rappresentati dai partiti politici appaiono incapaci di proporre prospettive significative e di selezionare persone capaci di essere veri leader. La crisi della partecipazione diventa pertanto anche crisi della leadership politica e sociale.
Che cosa possiamo fare come cristiani in questa situazione?
Il compito della Chiesa non è quello di entrare direttamente nei problemi politici e amministrativi per suggerire le soluzioni sui singoli temi, ma piuttosto quello di promuovere un’idea condivisa del futuro di questa città e aprire le menti e i cuori dei cittadini alla condivisione e alla speranza. Non c’è futuro infatti per una città dove sull’impegno e il confronto prevalgono la critica e la lamentela. In una società in cui bisogna sempre essere «contro», come cristiani siamo chiamati a guardare «oltre» per indicare un cammino condiviso di sviluppo e di giustizia.
Proprio in questa prospettiva a partire dal mese di gennaio la comunità cristiana, tramite la Consulta delle Aggregazioni Laicali, offrirà alla città una serie di incontri di formazione sociopolitica dal titolo «Città e cittadini al cuore della democrazia». Proprio per sottolineare l’apertura a tutti i cittadini di buona volontà, questa iniziativa è organizzata in collaborazione con l’Accademia dei Concordi, la prestigiosa e antica istituzione culturale della nostra città.
San Bellino, che tanto ebbe a cuore le sorti della sua città, ci sia di aiuto e interceda per noi.
San Bellino, Patrono Principale della Diocesi-Messa vespertina
Rovigo, Duomo-Concattedrale
26-11-2018