Le preghiere, i canti, le letture bibliche di questa liturgia di Natale sono tutto un invito alla gioia. Come dice San Leone Magno «Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e porta la gioia delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti. Esulti il santo, perché si avvicina il premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita».
Siamo tutti invitati alla gioia perché la venuta del Salvatore, come dice Isaia nella prima lettura, fa di noi un popolo redento dal Signore, non più «abbandonato» ma «ricercato». Infatti come spiega Paolo nel brano della lettera di Tito, «siamo stati salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che genera e rinnova nello Spirito Santo». Possiamo quindi tutti sentirci chiamati a prendere parte alla gioia della nascita di Gesù. Per fare nostra questa gioia però non bastano i sentimenti di commozione e di intimità che i segni della festa possono suscitare in noi: abbiamo bisogno di compiere un cammino di fede simile a quello compiuto dai pastori.
L’evangelista Luca ci descrive un vero e proprio itinerario di fede. I pastori dopo aver ricevuto l’annunzio degli angeli prendono la decisione di andare a Betlemme. La decisione interiore si traduce in gesti concreti: «Andarono senza indugio» e li porta alla scoperta «Trovarono il bambino». :Essi vedono non solo con gli occhi del corpo ma soprattutto la loro è una visione spirituale, in altri termini credono. E’ la fede che permette loro di intuire la vera identità di quel bambino facendo propria la rivelazione degli angeli. Di qui nasce l’impulso irresistibile di far conoscere ad altri quanto avevano scoperto. Il loro racconto è contagioso: suscita stupore in quelli che lo ascoltano. Lo stupore è la reazione che nasce di fronte a qualcosa di grande e di inatteso, è il primo passo dell’itinerario che porta alla fede. I pastori, credenti, generano così nuovi credenti.
Prendiamo esempio anche noi dai pastori per celebrare un vero Natale, un Natale cristiano: prendiamo anche noi la decisione di metterci in cammino, uscendo dall’indifferenza e dalla pigrizia e andando ad incontrare il Bambino di Betlemme. Lasciamoci toccare dalle cose viste ed udite, custodiamo nel silenzio del cuore il mistero di questo Dio che si fa piccolo per poter abitare accanto a noi. Apriamoci al canto e alla lode per dare voce alla gioia per il dono infinito di un Salvatore nato per noi.