Celebriamo le esequie del nostro caro don Nazzareno nella chiesa in cui è stato battezzato: è una scelta che al di là del valore affettivo e delle motivazioni pratiche, ci richiama una verità di fede, espressa da San Paolo nella seconda lettura: «Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione».
Il battesimo, inizio della nostra vita cristiana, illumina pertanto anche il momento finale della nostra esistenza terrena, che ci appare non come la parola finale della nostra vita, ma il momento in cui si svela in pienezza il nostro destino di vivere con Cristo in Dio. Don Nazzareno ha creduto e annunciato la vita che ci aspetta oltre la morte: quanti funerali celebrati in 60 anni di ministero, e per questo non si è fatto trovare impreparato all’ultimo passaggio. Uomo dalla fede semplice e forte allo stesso tempo, di lui colpisce l’aver esercitato il ministero per cinquant’anni in una piccola parrocchia nella parte più remota della Diocesi.
Don Nazzareno, nato a Bosaro il 18 gennaio 1935, fu ordinato prete il 25 giugno 1961. Nei primi anni dopo l’ordinazione fu vicario cooperatore a Santa Sofia di Lendinara, a Badia Polesine e a San Bartolomeo in Rovigo. Nel settembre del 1968 fu nominato parroco di Grillara, incarico che conservò fino al settembre del 2018, quando diede le dimissioni a motivo dell’età. Nel 2008 aveva assunto anche la cura pastorale della vicina parrocchia di Piano di Rivà. Oltre al ministero di parroco si dedicò anche all’insegnamento della religione nella scuola pubblica e fu per molti anni Vicario foraneo del Vicariato di Ariano.
Nella situazione attuale è difficile pensare a questa modalità di vivere il ministero: la diminuzione del clero e i cambiamenti avvenuti nella pastorale, hanno portato a forme diverse di esercitare la cura pastorale delle parrocchie: oggi a un prete vengono affidate più comunità, magari in collaborazione con altri confratelli, e dopo un certo numero di anni vi è un avvicendamento. Il cambiamento intervenuto, non deve farci però dimenticare l’esempio di fedeltà e di umiltà che tanti preti come don Nazzareno ci hanno lasciato, servendo generosamente il Popolo di Dio in luoghi lontani e disagiati, in parrocchie piccole e povere. Del resto anche a noi oggi viene chiesto in altre forme di essere umili e poveri per servire la chiesa in questo tempo difficile. Accettare con fede questa condizione è la via della nostra santificazione.
Rendiamo grazie a Dio per il bene che don Nazzareno ha potuto fare nella sua vita sacerdotale e preghiamo perché il Signore lo accolga nella sua casa. Il suo ricordo e il suo esempio aiutino il Vescovo e i presbiteri a mantenersi fedeli al compito che è stato loro affidato, accettando con umiltà di perseverare nel servizio là dove sono stati chiamati. A questo nostro confratello, insieme agli altri presbiteri che lo hanno preceduto nel cammino verso la Casa del Padre, chiediamo di intercedere la grazia di nuove vocazioni al ministero sacerdotale perché non manchino gli operai nella vigna del Signore.
Chiesa parrocchiale di Bosaro – 29 novembre 2021