MESSA ESEQUIALE PER DON GIANNI VETTORELLO

speranza che l’autore del Libro delle Lamentazioni fa seguire alle espressioni citate: «Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. Si rinnovano ogni mattina, grande è la sua fedeltà»
13-02-2025

Le parole del libro delle Lamentazioni descrivono lo stato di grande sofferenza non solo fisica ma anche psicologica che don Gianni ha dovuto affrontare negli ultimi mesi della sua vita, mesi in cui sono andate sempre più aggravandosi le problematiche di salute di cui soffriva da tempo, riducendo di giorno in giorno la sua autonomia. Dice il testo sacro: «Sono rimasto lontano dalla pace, ho dimenticato il benessere, E dico: “E’ scomparsa la mia gloria, la speranza che veniva dal Signore”. Il ricordo della mia miseria e del mio vagare è come assenzio e veleno». Sono convinto però che anche nel momento oscuro che ha preceduto il termine del suo cammino terreno nel suo cuore erano presenti le parole di fede e di speranza che l’autore del Libro delle Lamentazioni fa seguire alle espressioni citate: «Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. Si rinnovano ogni mattina, grande è la sua fedeltà».

Mi piace pensare che il Signore nel momento della sua morte abbia rivolto anche a lui le parole piene di amore e di tenerezza che abbiamo ascoltato poco fa nel brano del Vangelo che è stato proclamato: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita» (Mt 11, 28-29).

La Parola di Dio anche nel momento triste del distacco da questo nostro fratello ci suggerisce di affidarlo al Signore con sentimenti di fiducia e di speranza: chi lo ha conosciuto sa che la sua esistenza non è stata facile ed è stata segnata da sofferenze e tribolazioni di vario genere, ma proprio queste sofferenze e tribolazioni la rendono ora più preziosa nel momento dell’incontro con il suo Signore.

Nato a Gavello nel1958 fu ordinato nel 1986. Fu vicario cooperatore a Ficarolo, quindi parroco a Canalnovo e Roverdicré. Per un breve periodo fu anche segretario del Vescovo Gomiero. Per molti anni ha svolto il compito di Cappellano della Polizia di Stato. E’ stato collaboratore pastorale a S. Bortolo, in Duomo e ultimamente nell’Unità pastorale di Borsea, Buso, S. Apollinare e Fienil del Turco.

Di carattere schivo e riservato, aveva però una grande sensibilità verso chi si trovava in condizioni di disagio e di indigenza, tanto da ritrovarsi spesso in difficoltà per le proprie necessità avendo dato aiuto a chi bussava alla sua porta. Come è stato ricordato in questi giorni, nel periodo in cui fu Rettore del Tempio Civico della Rotonda cercò di avvicinare i gruppi di giovani che si riunivano nei pressi del Tempio, intrecciando con loro relazioni di dialogo e di accompagnamento. Proprio questa sensibilità mi sembra il tratto più significativo del suo modo di essere prete e credo sia anche il testamento che don Gianni ci lascia. Sappiamo che alla fine ciò che resta è la carità e lui, a suo modo, ha esercitato la carità condividendo con i fratelli più poveri le sue sostanze e anche la sua stessa abitazione.

Ringraziamo il Signore per tutto il bene fatto da don Gianni e chiediamo la grazia di avere pure noi la stessa sensibilità verso chi vive ai margini della società.