In questa Messa della Vigilia di Natale la liturgia ci propone una pagina singolare del Vangelo di San Matteo; una lunga lista di nomi che compongono la tavola genealogica di Gesù. E’ questo il modo in cui all’inizio del suo Vangelo San Matteo ci presenta Gesù: il Figlio di Dio, il Salvatore, si fa uomo entrando nella storia degli uomini. Dio non salva l’umanità dall’esterno, ma immergendosi nella storia umana. Dio ha preparato la venuta del suo Figlio nella carne dedicandosi con pazienza a quest’opera. La genealogia riportata da san Matteo è la genealogia della fedeltà di Dio. Tutte queste persone tracciano la storia di Israele. Sono portatrici della promessa. Le infedeltà di molti di loro mettono in luce la fedeltà di Dio. È da un popolo di peccatori che sorgerà il salvatore. Perché egli viene a salvare proprio il peccatore. Facendosi uomo, egli appartiene alla loro stirpe e, dall’interno della loro stirpe, li vuole salvare, assumendosi il loro peccato senza esserne macchiato: “Egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”.
Il modo in cui il Salvatore è venuto nel mondo, ci aiuta a comprendere come Dio oggi continua a operare per la salvezza dell’umanità. Dio ci salva continuando ad entrare nella storia umana e animandola dall’interno: come nell’Antico Testamento ha chiamato alcuni uomini perché fossero strumento della sua salvezza, così oggi continua a offrirci la sua Parola perché possiamo collaborare con Lui. Celebrare il Natale allora significa lasciarci coinvolgere nel disegno di salvezza che Dio ha per noi e per l’umanità intera. Ridurre il Natale a sentimentalismo, al semplice scambio di regali, ai cenoni e ai brindisi, vuol dire perderne il significato più profondo e più vero. Vivremo il Natale se sapremo accogliere la chiamata a seguire Gesù e a partecipare con lui alla salvezza dell’umanità in questo tempo difficile e tribolato. Salvezza è un termine religioso, ma che ha risvolti terribilmente concreti: salvezza è la risposta a domande che ci angosciano, quali, per restare a quanto stiamo vivendo in questo periodo, come porre fine dalla guerra? come uscire dalla crisi economica? come affrontare la pandemia?
La risposta che il Natale ci propone è quella di fare nostra la logica di Dio, una logica che rovescia il nostro modo umano di ragionare, dove i problemi si risolvono con la forza, il potere, la ricchezza. Sono stato recentemente in pellegrinaggio in Terra Santa e sono rimasto colpito dalle parole di una suora che ci guidava nella visita ad un sito archeologico presso la Basilica dell’Annunciazione. Mostrandoci una grotta che ai tempi di Gesù fungeva da abitazione, commentava: “Ma che folle deve essere il nostro Dio per farsi uomo in questo luogo!”. Dio ha scelto proprio le grotte di Nazareth e di Betlemme, le periferie del mondo di allora, i posti più poveri e dimenticati, per venire nel mondo. E’ da lì che la salvezza di Dio è entrata nel mondo: è lì che anche noi possiamo incontrarla. La nascita di Gesù ha messo nella storia dell’umanità un principio nuovo: sta a noi accoglierlo e farlo diventare criterio e guida delle nostre azioni e anche del nostro impegno nella società.
Questo principio e questa logica possono tracciare anche per la nostra Città di Rovigo un cammino di salvezza, che vuol dire sviluppo, inclusione, coesione sociale: anche alla nostra comunità è chiesto di adottare una logica diversa, che metta da parte la ricerca del protagonismo e dell’affermazione individuale e che invece nell’umiltà sappia costruire una vera coesione sociale a favore soprattutto di chi è più debole ed emarginato.
Con l’auspicio di un rinnovato e concorde impegno di tutta la nostra comunità cittadina, rinnovo l’augurio che tutti possiate vivere il vero Natale di Gesù, Natale di conversione e di rinnovamento interiore.
Rovigo, Tempio Civico della Beata Vergine del Soccorso,
24/12/2022