La Quaresima è un’occasione, che ci è donata per riappropriarci della nostra vita e per dare ad essa un orientamento verso la libertà

Nella misura in cui questa Quaresima sarà di conversione, allora, l’umanità smarrita avvertirà un sussulto di creatività: il balenare di una nuova speranza
14-02-2024

Nella lingua greca, in cui sono stati scritti i testi del Nuovo Testamento, troviamo due vocaboli diversi per indicare il tempo: kronos e kairòs. Non sono due sinonimi, ma esprimono due modi diversi di guardare al tempo: c’è infatti un tempo, kronos,  che corre e sembra schiacciarci con l’incalzare di eventi, di impegni, di messaggi che ci raggiungono e ci confondono, ma c’è anche un tempo, kairos, per assaporare la vita e scoprirne il senso nascosto. La Quaresima appartiene a questa seconda dimensione: è infatti un kairòs, un’occasione, che ci è donata per riappropriarci della nostra vita e per dare ad essa un orientamento verso la libertà. I quaranta giorni che precedono la Pasqua, infatti, ricordano un percorso di liberazione: i quarant’anni del popolo ebreo nel deserto per passare dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà della Terra Promessa, ma anche i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto per sconfiggere le tentazioni di Satana e giungere alla libertà dei figli di Dio.

Il testo di Gioele che abbiamo ascoltato nella prima lettura ci ricorda che il cammino di liberazione che ci viene proposto non è solamente individuale, ma è il cammino di un popolo: «Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne…» Dovremmo anche noi recuperare questa dimensione comunitaria della Quaresima. Non siamo chiamati solo a convertirci come singoli individui, ma anche come popolo: non è in gioco infatti solo la nostra personale salvezza, ma la salvezza dell’umanità. Anche oggi, come ai tempi dell’Esodo, l’umanità intera è schiava e ha bisogno di liberazione, anche se sembra essersi assuefatta a questa condizione e fa fatica a sentire il desiderio della libertà. Come dice Papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima: «Il cammino quaresimale sarà concreto se, riascoltandole, confesseremo che ancora oggi siamo sotto il dominio del Faraone. È un dominio che ci rende esausti e insensibili. È un modello di crescita che ci divide e ci ruba il futuro. La terra, l’aria e l’acqua ne sono inquinate, ma anche le anime ne vengono contaminate. Infatti, sebbene col battesimo la nostra liberazione sia iniziata, rimane in noi una inspiegabile nostalgia della schiavitù. È come un’attrazione verso la sicurezza delle cose già viste, a discapito della libertà».

A questa umanità, che non sente più il desiderio della libertà, Dio viene incontro per proporre un cammino di liberazione. La Quaresima ci offre uno spazio in cui ascoltare la voce di Dio e metterci alla prova per saggiare il nostro cuore e far emergere il bisogno più vero e più profondo.

Quanto è necessario oggi per l’umanità ritrovare la via della libertà, libertà dall’egoismo, dalla violenza, dal potere. Vivendo la Quaresima possiamo fare un servizio a questa umanità smarrita: possiamo segnare la strada del ritorno a Dio e ai fratelli. Cito ancora le parole di papa Francesco: «Nella misura in cui questa Quaresima sarà di conversione, allora, l’umanità smarrita avvertirà un sussulto di creatività: il balenare di una nuova speranza. (…) In questo frangente storico le sfide sono enormi, gemiti dolorosi. Stiamo vedendo una terza guerra mondiale a pezzi. Ma abbracciamo il rischio di pensare che non siamo in un’agonia, bensì in un parto; non alla fine, ma all’inizio di un grande spettacolo. Ci vuole coraggio per pensare questo» (Discorso agli universitari, 3 agosto 2023). È il coraggio della conversione, dell’uscita dalla schiavitù. La fede e la carità tengono per mano questa bambina speranza. Le insegnano a camminare e, nello stesso tempo, lei le tira in avanti».