La liturgia di oggi si svolge attorno a due fuochi: la commemorazione dell’entrata di Gesù a Gerusalemme, che abbiamo fatto all’inizio della celebrazione, e la lettura della Passione del Signore secondo uno dei tre Vangeli sinottici, quest’anno quello di Matteo.
Siamo invitati anche noi a seguire Gesù, a entrare con lui in Gerusalemme per assistere al compimento della sua missione attraverso la passione e la morte.
Gesù è pienamente consapevole di quanto lo aspetta. La passione non èqualcosa che capita improvvisa e inaspettata e di fronte alla quale Gesù ha un atteggiamento meramente passivo. Matteo lo mette bene in evidenza fin dall’inizio del racconto della Passione, che non abbiamo ascoltato, infatti riferisce queste parole di Gesù ai discepoli: «Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell’uomo deve essere consegnato per essere crocifisso». Gesù quindi conosce quanto lo aspetta e consapevolmente va incontro alla sua sorte accettando di compiere il disegno del Padre per la salvezza di tutti gli uomini. Matteo commenta i vari momenti della passione con citazioni delle Scritture proprio per sottolineare come Gesù porta a compimento quanto era stato annunciato nell’Antico Testamento. In questo modo viene sottolineata la fedeltà di Gesù, che come dice Paolo nella seconda lettura «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce». Una fedeltà a caro prezzo, come attesta il grido di Gesù sulla croce «Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato», una fedeltà che non si arrende neppure davanti alla tremenda esperienza di essere abbandonato da Dio. E’ questa fedeltà che apre una strada di salvezza, una strada ancora oscura e avvolta nel mistero. Anche se non vede l’approdo, Gesù si fida del Padre.
Il racconto della Passione è un invito perché anche noi siamo fedeli al Padre, accogliendo anche il cammino della croce che la vita ci riserva come una via di salvezza. Gesù ci insegna che questo è possibile solo fidandosi del Padre: una fiducia non meramente passiva, ma consapevole e partecipe come è stata la sua.
Dedichiamo i giorni di questa settimana santa a meditare il cammino di Gesù dall’entrata in Gerusalemme alla sua morte sulla croce: immedesimiamoci nei personaggi di questa vicenda e cerchiamo di stare con Gesù. Non temiamo di vegliare con lui per dire con lui il nostro sì al disegno di salvezza che il Padre ha per noi e per tutta l’umanità.