La celebrazione delle “Feste quinquennali” se da un lato costituisce l’adempimento di un voto fatto dai nostri antenati, dall’altro è occasione per riscoprire la presenza materna di Maria nelle vicende personali, familiari e comunitarie e ravvivare la nostra fiducia nel suo aiuto.
Maria è Colei che ha goduto del dono della sapienza: a differenza di quanto avviene per l’uomo che interpella Gesù, di cui ci ha parlato il brano del Vangelo che abbiamo appena ascoltato, ha saputo lasciare tutto per seguire la volontà di Dio. Per questo Lei è beata a differenza dell’uomo che, pur desiderando conoscere la via per ottenere una vita riuscita, una vita piena (la vita eterna nel linguaggio biblico), se ne andò triste perché non aveva il coraggio di mettere in pratica quanto Gesù gli chiedeva.
Maria pertanto è il modello di ogni discepolo e proprio per questo può assisterci e accompagnarci con la sua materna protezione. Il Santo Rosario è uno strumento con cui possiamo metterci alla scuola di Maria e imparare da Lei ad affidarci alla Provvidenza di Dio.
Il valore e l’efficacia della preghiera del Rosario hanno trovato nella storia della Chiesa molteplici conferme: nei momenti di difficoltà proprio il Rosario è stato l’ “arma” a cui i cristiani si sono affidati per trovare risposta alle loro ansie e preoccupazioni. L’importanza della preghiera del Rosario è stata richiamata proprio all’inizio di questo mese di ottobre da Papa Francesco, in relazione alle difficoltà che la Chiesa sta vivendo in questo periodo per ottenere la protezione e l’aiuto della madre di Dio in particolare contro le divisioni che il diavolo suscita nella comunità ecclesiale. La preghiera ci dà forza perché ci permette di ricevere la forza dello Spirito Santo, vincitore del maligno. Secondo la promessa di Gesù lo Spirito Santo è il nostro avvocato, il difensore sicuro, colui che impedisce all’accusatore, il diavolo, di girare per il mondo mietendo vittime. Potremmo dire usando un termine che viene dal mondo digitale, che la preghiera è il “dispositivo” che ci permette di “connetterci” con lo Spirito di Dio che lavora per unire e costruire armonia e concordia tra gli uomini. Il Rosario, con la ripetizione del “Padre nostro”, dell’ ”Ave Maria” e del “Gloria al Padre” nonché meditando i misteri della vita di Cristo ci aiuta a custodire l’unione con lo Spirito Santo e a non soccombere all’azione di Satana.
Insieme con il Rosario Papa Francesco ha raccomandato anche la recita dell’invocazione “Sub tuum praesidium” (“Sotto il tuo rifugio”), la più antica preghiera alla Vergine, la cui origine è stata individuata in Egitto nel III sec. A questo proposito vorrei far notare che la provenienza è la stessa dell’antichissima immagine mariana custodita in questa Cattedrale, pure proveniente dallo stesso contesto geografico anche se con una datazione più tarda di un secolo. Con questa richiesta di intercessione, il Santo Padre chiede ai fedeli di tutto il mondo di pregare perché la santa Madre di Dio ponga la Chiesa sotto il suo manto protettivo: per preservarla dagli attacchi del maligno, il grande accusatore, e renderla allo stesso tempo sempre più consapevole delle colpe, degli errori, degli abusi commessi nel presente e nel passato, e impegnata a combattere senza nessuna esitazione affinché il male non prevalga.
Seguendo l’esempio delle generazioni che ci hanno preceduto non abbiamo paura quindi di ricorrere all’aiuto della Vergine Maria: dove possiamo incontrare Dio se non in colei che ce lo ha donato come salvatore e liberatore?
Come frutto e impegno di queste feste quinquennali propongo di imparare la preghiera del Sub tuum praesidium, per recitarla ogni volta che sentiamo il bisogno di affidarci alla intercessione di Maria per poter godere della protezione di Dio.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o vergine gloriosa e benedetta.
CELEBRAZIONE CONCLUSIVA FESTE QUINQUENNALI
Adria-Cattedrale
14-10-2018