L’ordinazione diaconale del nostro caro Andrea si inserisce bene all’interno della Solennità dell’Immacolata: essere ordinato diacono, infatti, non è soltanto il conferimento di un ministero, quasi un ulteriore passaggio verso l’ordinazione presbiterale ma è la consacrazione definitiva al servizio della Chiesa. Oggi Andrea dirà il suo sì per sempre alla chiamata del Signore, un sì che rinnova il sì detto da Maria all’annuncio dell’Angelo, un sì che si colloca dentro il dialogo di Dio con l’uomo iniziato alle origini del mondo.
La liturgia accosta in questa festa dell’Immacolata due dialoghi, che potremmo dire «originari» perché costituiscono un inizio: quello tra Dio e il primo uomo, segnato dal dramma del rifiuto e quello tra Dio e Maria tramite l’Angelo Gabriele, da cui inizia una nuova e definitiva tappa della storia della salvezza. Questi due dialoghi, lontani nel tempo e profondamente diversi tra loro, esprimono entrambi la nostalgia di un Dio che cerca nell’uomo un volto in cui riflettere tutta la sua bellezza e la sua misericordia, un Dio che non si rassegna di perdere la sua creatura e per questo gli va incontro con un volto amico.
«Dove sei?» è la domanda con cui Dio rompe il silenzio dopo il peccato dei progenitori, riaprendo la possibilità di un dialogo. Adamo risponde manifestando la sua paura: «Ho sentito la tua voce nel giardino e ho avuto paura perché sono nudo e mi sono nascosto». La risposta di Adamo è la risposta dell’umanità che non sa più dove si trova: ha cacciato Dio dalla sua dimora e ora fugge perché non riconosce più nel giardino lo spazio che gli è stato donato. Il disagio e lo smarrimento si trasformano in paura. Il passo di Dio che si avvicina è percepito come minaccioso e oppressivo. L’uomo non ha perso solo la vicinanza con Dio, ma anche quella con se stesso.
«Dove sei?»: questa domanda rivolta da Dio al primo uomo e alla prima donna è come un eco che attraversa tutta la storia dell’umanità, risuonando nel cuore di ciascuno. Con essa Dio continua a chiamare l’uomo a sé, suscitandogli il desiderio e la nostalgia di un ritorno.
Questa domanda riceve la risposta che Dio si attendeva in una umile casa della Galilea, a Nazareth: «Ecco la serva del Signore, si faccia di me secondo la tua parola». La risposta di Maria è la risposta di un’umanità libera, che ha raccolto radicalmente la sua nudità e l’ha collocata davanti a Colui che ha la delicatezza di avvolgere con il suo sguardo di compassione tutto ciò che l’uomo sente come fragilità e debolezza.
«Dove sei? …. Eccomi» è la risposta di chi non teme più nulla e disarmato si presenta davanti a Colui al quale nulla è impossibile. Maria infatti accetta un cammino di obbedienza alla Parola di Dio, che sola conosce il mistero dell’uomo e può chiedere la radicalità della fede.
«Dove sei?»: anche a te, caro Andrea, oggi il Signore rivolge questa domanda e come Maria anche tu rispondi «Eccomi …si faccia di me secondo la tua parola». La tua è la risposta di chi accetta di stare vicino a Dio assumendo in pieno la propria libertà, sapendo che tutta la propria esistenza è pura Grazia. In questo modo anche a te sarà possibile scoprire quella pace che annulla ogni timore e angoscia e ti permette di accogliere il passo leggero di Dio come un soffio che ogni giorno ti trasforma e ti rinnova. Come Maria anche tu non avrai paura del passo di Dio: scoprirai che ha il ritmo dello Spirito, il ritmo dell’amore.
E’ dentro questo dialogo tra Dio e l’uomo che si colloca il ministero ordinato, a cui oggi sei chiamato come diacono e un domani come presbitero. Il centro del servizio della Chiesa e dei suoi ministri è quello di far sentire il desiderio di Dio di farsi vicino ad ogni uomo e a ogni donna. Entrare in questo dialogo d’amore è un’esperienza grande che dà senso anche ai sacrifici e alle rinunce che il ministero comporta. A te, caro Andrea, auguro di sperimentare la gioia di essere strumento di questo dialogo, vivendo tu per primo una relazione di intimità con il Signore e aiutando poi i fratelli e le sorelle che incontrerai sul tuo cammino a entrare in essa con la fiducia e l’umiltà dei figli. Non temere l’indifferenza e forse anche l’ostilità che incontrerai quando parlerai del Signore e del suo Vangelo: ricordati che in ogni essere umano è sempre viva la nostalgia di Dio e tanto più lo è oggi in questo tempo, che potremmo definire postcristiano.
A voi cari fratelli e sorelle, chiedo di sostenere con la vostra amicizia e con la vostra preghiera questo nostro fratello nel tratto di cammino che ancora gli manca per giungere al presbiterato, ma soprattutto nei primi passi come ministro ordinato, «diacono» cioè servo dei fratelli in nome di Gesù per essere poi chiamato nel presbiterato a servirli ancora come maestro, sacerdote e pastore.
Questo momento di gioia per la nostra Chiesa ci spinga ad impegnarci tutti a curare la vita spirituale dei nostri ragazzi e giovani: non abbiamo paura di condividere con loro la nostra preghiera, i nostri momenti di ascolto della Parola, guidandoli in questo modo a entrare in quel dialogo intimo con Dio in cui anche per loro risuona la domanda «E tu dove sei?» e dove può nascere la risposta: «Eccomi Signore, si faccia di me secondo la tua parola!»
La Vergine Immacolata accompagni con il suo sguardo di Madre il diacono Andrea e interceda per la nostra Chiesa diocesana, perché non vengano a mancare quei ministri di cui ha bisogno.
Chiesa del Cuore Immacolato di Maria – Rovigo, 8 dicembre 2024