La nostra Caritas diocesana ha individuato nella “fragilità” l’elemento centrale della propria Vision.
Così hanno definito la loro visione:
«Abbiamo imparato che scoprirci fragili non ci rende necessariamente deboli, ma capaci di amare la nostra e l’altrui umanità.
Crediamo che i limiti portino a condividere piuttosto che a escludere.
Crediamo che la vulnerabilità non sia una maledizione, ma un dono che permette di
apprezzare la vita.
Crediamo che la fragilità abbia in sé la forza della verità più che il peso della colpa.
Crediamo nella relazione, che può vivere solo nella reciprocità dello scambio.
Caritas è accogliere la fragilità come possibilità di una nuova ‘bellezza’ che ci aiuta a
stare nella realtà così com’è».
Aver individuato la fragilità come elemento centrale della nostra visione, ci impegna a renderla fulcro della nostra attività e dei nostri servizi, ma anche a farla divenire il nostro stile quotidiano. Puntare sulla fragilità è di per sé in controtendenza con il substrato culturale contemporaneo che invece sembra favorire valori come la ricerca della performance, la vittoria come unico risultato ammesso, la continua ambizione alla ricerca della perfezione assoluta, il disprezzo per ciò che è difettoso, malfunzionante, ecc.
C’è poi un tema di umano legato a questa visione: la fragilità è insita alla condizione umana, che è per sua natura un essere finito, mortale.
C’è poi un tema teologico: un Dio che nasce fragile e che muore; una vangelo che vede negli ultimi e nei più fragili i suoi “primi”.
Hanno invitato il prof. Mario Varrella, professore di religione a Roma, e autore del libro “La bellezza della fragilità – sette passi verso la felicità”. Il suo testo prende spunto dalla sue esperienza di docente nel rapporto con i suoi studenti dove tocca il tema della fragilità come una condizione umana che cerchiamo sempre di cancellare: «Fragile è la parola scritta sui pacchi postali, quelli più delicati. Dovremmo ogni tanto scrivercela sulla fonte, guardandoci allo specchio e ricordare che andiamo maneggiati con cura, prima di tutto da noi stessi».
Hanno invitato Barbara Maculan presidente di Equolity, cooperativa sociale di Padova con cui collaboriamo da anni e che gestisce diverse attività e progetti. Equolity incontra tutti i giorni persone fragili e con diverse fragilità. Non c’è mai una persona uguale ad un’altra, non c’è mail una fragilità uguale all’altra.
Con i due ospiti vorremmo intavolare in dialogo che parte dalla fragilità e che arriva al come scegliamo di stare ogni giorno accanto ai più fragili.
L’incontro sarà moderato da Lucia Bellaspiga, laureata in Lettere classiche, è giornalista professionista e ha collaborato con le principali testate quotidiane e periodiche. Dal 2001 è inviato speciale per il quotidiano “Avvenire”.
VI ASPETTIAMO PRESSO LA SALA CONFERENZE DEL SEMINARIO VESCOVILE, ingresso via G. Pascoli 51.