MESSA DI SUFFRAGIO PER IL PAPA EMERITO BENEDETTO XVI

«Signore ti amo!»: le ultime parole del papa emerito Benedetto XVI esprimono in pienezza la sua vita
02-01-2023

«Signore ti amo!»: le ultime parole del papa emerito Benedetto XVI esprimono in pienezza la sua vita. Nel suo rapporto con il Signore, infatti, è racchiuso il senso di quanto ha fatto e ha insegnato durante la sua lunga esistenza.

Quando ho letto che queste sono state le sue ultime parole, le ho subito collegate al testo del cap. 21 di Giovanni dove Gesù, prima di affidare a Pietro il compito di pascere il gregge della Chiesa, gli chiede per tre volte «Pietro mi ami tu?» e Pietro risponde con una triplice confessione: «Signore tu lo sai che ti amo!».

Molto è stato scritto e detto e molto altro ancora verrà scritto sulla figura di Benedetto XVI, ma non dobbiamo perdere di vista il centro della sua vita e della sua opera: il rapporto d’amore con Cristo e con la Chiesa. Come scrive a conclusione del suo testamento spirituale «Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita — e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo».

Il ministero del papa, come pure quello dei vescovi e dei presbiteri è «officium amoris» (impegno d’amore), come bene spiega S. Agostino nel commento al vangelo di Giovanni: «Ma prima [di affidargli il compito di pascere il gregge] il Signore domanda a Pietro ciò che già sapeva. Domanda, non una sola volta, ma una seconda e una terza, se Pietro gli vuol bene; e altrettante volte niente altro gli affida che il compito di pascere le sue pecore. Così alla sua triplice negazione corrisponde la triplice confessione d’amore, in modo che la sua lingua non abbia a servire all’amore meno di quanto ha servito al timore, e in modo che la testimonianza della sua voce non sia meno esplicita di fronte alla vita, di quanto lo fu di fronte alla minaccia della morte. Sia dunque impegno di amore pascere il gregge del Signore, come fu indice di timore negare il pastore. Coloro che pascono le pecore di Cristo con l’intenzione di volerle legare a sé, non a Cristo, dimostrano di amare se stessi, non Cristo, spinti come sono dalla cupidigia di gloria o di potere o di guadagno, non dalla carità che ispira l’obbedienza, il desiderio di aiutare e di piacere a Dio» (S. Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni, Omelia 123).

È significativo che Benedetto, abbia chiuso la sua giornata terrena con la stessa professione d’amore dell’Apostolo Pietro. Mi piacerebbe che lo ricordassimo proprio per il suo amore a Cristo e alla Chiesa e che non ci lasciassimo distrarre dal tentativo di collocarlo nella categoria dei conservatori piuttosto che in quella dei progressisti o dai giudizi su questo o quell’aspetto del suo servizio pastorale.

Conserviamo nel cuore la sua testimonianza di fede in Cristo e di amore per la Chiesa. In particolare non dimentichiamo quanto ci ha insegnato nell’ultimo periodo della sua vita, dopo la rinuncia al ministero pontificio, dedicandosi alla preghiera e alla contemplazione nell’offerta silenziosa delle sue sofferenze e della sua debolezza. È stato un magistero molto diverso da quello che aveva esercitato come teologo, come vescovo e come papa ma ugualmente prezioso.

Teniamolo presente mentre facciamo tesoro dell’insegnamento che ci ha donato attraverso scritti, encicliche omelie, un insegnamento che può aiutarci a comprendere e a gustare la bellezza della fede cristiana e la sua armonia con la ragione. Papa Benedetto ci ha mostrato con la sua opera la «ragionevolezza» della fede, che non a caso cita nel suo testamento spirituale.

Cerchiamo infine di imitare la sua ininterrotta ricerca del volto di Dio, che ora potrà contemplare faccia a faccia: prima ancora dell’intellettuale e del teologo, guardiamo alla sua figura di credente sempre in cammino per conoscere ed amare il Dio di Gesù Cristo.

Mentre preghiamo il Signore perché lo accolga in Paradiso e gli doni il premio promesso ai suoi servi fedeli, chiediamo per la Chiesa la grazia di avere pastori, come lui, umili e coraggiosi, capaci di guidarla in questo tempo difficile sulla strada del Regno di Dio.