Cari fratelli e sorelle,
siamo ancora una volta davanti al cammino esigente della Quaresima, un tempo favorevole per
riscoprire i «fondamentali» della nostra vita cristiana e per arrivare a partecipare con uno spirito rinnovato
alla celebrazione della Pasqua del Signore. Il riferimento principale dell’itinerario quaresimale
sono i quarant’anni trascorsi dal popolo ebreo nel deserto in cammino verso la Terra promessa.
Dopo due anni di pandemia anche la nostra comunità ecclesiale si trova ancora dispersa e
disorientata, bisognosa di ritrovarsi e di riprendere il cammino. Come il popolo ebreo che aveva dovuto
affrontare la prova della schiavitù d’Egitto anche noi siamo passati attraverso le fatiche e le tribolazioni
provocate dal contagio del virus covid-19, che ha sconvolto letteralmente le nostre abitudini e il
nostro stile di vita. Ci ritroviamo allora confusi e privi di punti di riferimento, provati nel corpo e nello
spirito, dispersi e disorientati, in difficoltà a condividere percorsi e progetti comunitari.
In questa situazione abbiamo bisogno di un po’ di «deserto», di un tempo, più ancora che di un luogo,
in cui metterci davanti a ciò che è veramente essenziale e per scoprire che Dio cammina davanti a noi
indicandoci la via verso la vita e la libertà.
Il deserto della Quaresima è allora tempo di ascolto: ascolto di Dio, prima di tutto, e poi ascolto dei
fratelli. Per questo, in sintonia anche con il «cammino sinodale» in cui siamo impegnati come chiesa
diocesana, vorrei sottolineare l’impegno a fare della Quaresima un percorso di «conversione all’ascolto
». Scuola dell’ascolto e della conversione, la Quaresima insegna ad ascoltare il Signore che parla
oggi, insegnandoci così anche ad ascoltarci tra di noi.
Concretamente propongo di impegnarci tutti a dedicare uno spazio delle nostre giornate
ad una «preghiera di ascolto». Chiediamo a Dio di farsi sentire e di donarci la docilità di accogliere e
di comprendere quanto ci vuole dire. Mettiamoci davanti ai testi della Sacra Scrittura e lasciamo
che quanto leggiamo entri in noi e susciti pensieri e sentimenti. Cerchiamo soprattutto che la Parola
letta e ascoltata illumini la nostra vita e la vita del mondo in cui viviamo.
Accanto all’ascolto di Dio, cerchiamo anche l’ascolto dei nostri fratelli e sorelle: il dialogo e il confronto
con loro ci aiuteranno a comprendere più a fondo quanto Dio ci vuol dire. Condividiamo con
loro le domande e gli interrogativi che portiamo nel cuore e accogliamo quanto ci esprimeranno come
un dono che ci aiuta a conoscere meglio il disegno di Dio. I «gruppi sinodali» che si riuniranno in
questo periodo potrebbero essere luoghi preziosi per vivere questa esperienza spirituale di ascolto e
condivisione tra fratelli e sorelle nella fede.
La Quaresima è pure tempo di carità e di fraternità.
Per questo propongo alla comunità diocesana un impegno comune nel ricordo di don Giuseppe
Mazzocco, morto improvvisamente nel giugno dello scorso anno mentre svolgeva la sua missione di
fidei donum a Beira in Mozambico. Ci viene proposto di collaborare con la Diocesi di Vicenza per la
costruzione della casa parrocchiale, una struttura fondamentale perché i missionari possano vivere
vicino alle comunità che sono loro affidate. Questa casa un domani renderà possibile anche a sacerdoti
e laici della nostra Diocesi di portare un contributo, anche per brevi periodi, alla missione di Beira continuando
quanto don Giuseppe ha iniziato con tanta generosità.
+ Pierantonio, vescovo