Ogni nascita è motivo di gioia e di gratitudine a Dio che ha donato la vita ad una nuova creatura e la chiama a partecipare della sua vita divina. Oggi siamo nella gioia e diamo a Dio la nostra lode e il nostro ringraziamento per la nascita della Vergine Maria, la creatura che Dio ha chiamato a collaborare in un modo unico e straordinario alla storia della salvezza.
Non so quanto vi sia familiare il concetto di «storia della salvezza» che sta al centro della rivelazione biblica. Nella Bibbia, infatti, Dio non si rivela attraverso una teoria ma attraverso eventi e parole che attraverso le generazioni scrivono una storia che porta l’umanità a incontrare Dio e la sua salvezza. E’ una storia che ha incontrato momenti di arresto, in cui il peccato, l’infedeltà e il tradimento degli uomini sembravano aver definitivamente messo fine all’opera di salvezza di Dio. La Bibbio però ci mostra come Dio non si è arreso e ha ripreso di nuovo il filo del suo disegno di salvezza, dando la possibilità di un nuovo inizio. Anche la nascita di Maria costituisce un nuovo inizio. Il ricordo di questa nascita pertanto ci porta al cuore del progetto di Dio e ci permette di comprendere come la storia della salvezza continui anche oggi: infatti Dio nonostante tutto agisce ancora nella storia dell’umanità e chiede a noi di collaborare con lui.
Non diversamente a quanto accade oggi, anche al tempo in cui Maria nacque da Gioacchino e Anna, le promesse di Dio apparivano smentite dalla realtà dei fatti: il popolo ebreo era oppresso dal potere dell’imperatore romano, i poveri erano sfruttati dai ricchi e dai prepotenti, la fede nel Dio dell’Alleanza era ridotta alla pratica di una serie di precetti che regolavano minuziosamente ogni aspetto della vita, del Messia e del Regno che avrebbe dovuto portare sulla terra non si vedeva nessun segno. Ci chiediamo: non è forse anche la percezione che abbiamo noi oggi? Ma il progetto di salvezza di Dio, nonostante le apparenze, continuava la sua corsa e preparava il tempo in cui le promesse si sarebbero compiute: la nascita di Maria è un nuovo inizio, un inizio nascosto che contiene in sé una carica smisurata di speranza e di grazia.
Dobbiamo anche noi riflettere sul fatto che anche oggi Dio continua nel mondo la sua storia di salvezza: anche oggi pone un nuovo inizio là dove uomini e donne si rendono disponibili a lavorare per il suo Regno di giustizia e di pace. Si tratta di un evento nascosto e per questo noi non ce ne accorgiamo e finiamo per credere che Dio non operi più nel nostro tempo. E’ un evento che sfugge ai potenti e ai superbi, mentre è rivelato ai piccoli e ai poveri. Maria, la creatura che segna questo nuovo inizio, appartiene alla schiera dei poveri di Israele, gli “anawin”, coloro che hanno come unica ricchezza la fede nel Signore. E’ di Lei, umile e povera, che Dio si serve per entrare nel mondo e farsi uomo come oggi si serve di noi, piccolo resto fedele.
In un tempo in cui Dio sembra sempre più lontano dai pensieri degli uomini e dove il mondo segue la logica della ricchezza e del potere, l’unico modo per poterlo incontrare e poi poterlo testimoniare è quello di diventare anche noi come Maria umili e poveri, ricchi solo della fede nel Signore. Comprendete allora che la vera devozione alla Vergine non può essere fatta solo di pratiche religiose e di pie devozioni, ma deve condurci ad uno stile di vita veramente evangelico. Maria, che nel Magnificat ha cantato la predilezione di Dio per i poveri e gli oppressi, ci guida a vivere il Vangelo nella vita di ogni giorno, nelle famiglie e nella società là dove siamo chiamati a incontrarci con gli altri uomini e le altre donne. Imparando da Lei anche la Chiesa imparerà a riprendere la strada dell’evangelizzazione. La pandemia ci ha messo davanti alla fine di un’epoca della vita della Chiesa: anche la Chiesa ha bisogno di un nuovo inizio. Come è sempre accaduto nella storia della salvezza questo nuovo inizio sarà affidato a chi saprà farsi umile e povero. Maria ci guidi in questo cammino di rinnovamento e di rinascita.