Perché celebrare anche quest’anno la Pasqua? Come possiamo cantare l’Alleluia e celebrare la Vita che ha vinto la morte in una situazione in cui tutto ci parla di paura e di morte? Non sarà la nostra Pasqua un’illusione che ci allontana dalla dura realtà? Non possiamo sfuggire infatti da questa catastrofe, anzi dovremo combattere contro l’epidemia ancora per molto tempo, tenendo conto che, una volta contenuta l’emergenza sanitaria, dovremo affrontarne le conseguenze di carattere economico, di cui già cominciamo ad avvertire il peso.
Eppure mai come quest’anno abbiamo bisogno di celebrare la Pasqua: proprio perché l’orizzonte si presenta buio è prezioso per noi fissare lo sguardo sulla luce che proviene dalla Risurrezione di Cristo, rappresentata dalla fiamma del cero pasquale. Fissare questa luce ci aiuterà a non smarrirci nell’oscurità che avvolge le settimane e i mesi che ci aspettano. L’annuncio pasquale «Cristo è risorto, è veramente risorto!» può risuonare dunque quest’anno più vero e convinto che mai sulle nostre labbra: Dio è fedele e non permette che chi si fida di lui sia inghiottito per sempre dal buio della morte. C’è una Vita altra in cui possiamo entrare credendo in Gesù Cristo, Figlio di Dio Crocifisso e Risorto, e percorrendo con lui la via dell’amore.
Abbiamo bisogno come non mai di sentire e di fare nostro l’annuncio che il mattino di Pasqua ha cambiato non solo la vita dei primi discepoli, ma, attraverso di loro, la storia dell’umanità. In fondo la missione dei cristiani da sempre è quella di ripetere questo annuncio e di renderlo credibile con la testimonianza di una vita nuova. Anche in questo momento di grande sofferenza e preoccupazione il dono che noi cristiani possiamo fare ai nostri fratelli è proprio questo: annunciare e testimoniare che in Cristo la vita ha vinto la morte. Questa fede può immettere ancora oggi nella storia quella fiducia e quella speranza di cui l’umanità ha bisogno per ripartire dopo la terribile esperienza di questa pandemia. Infatti anche quando sarà stato preparato un vaccino capace di metterci al riparo dal covid 19, avremo bisogno di speranza. Come è stato scritto c’è bisogno di «mani che sostengano l’anima del mondo» (card. Tolentino Mendonça), cioè mani che aiutino tutti a scoprire il «potere della speranza». Solo così questa pandemia diverrà una «catastrofe vitale», un’occasione preziosa e irripetibile per ripensare la vita dell’umanità in termini di unità, di condivisione e di fraternità.
Del resto in queste settimane abbiamo già potuto vedere come nell’emergenza siano emerse testimonianze straordinarie di dedizione e di sacrificio: penso innanzitutto ai tanti medici e operatori sanitari che si sono prodigati fino al sacrificio della vita, ai tanti volontari della protezioni civile e di molte associazioni, ai cittadini stessi che con responsabilità hanno accolto le disposizioni dell’autorità, volte, per il bene comune, a limitare la loro libertà individuale. In una parola ci siamo scoperti migliori di quello che pensavamo. Del resto l’esistenza umana ha una struttura paradossale, che emerge proprio nei momenti di crisi: nella dinamica tra vita e morte c’è una fecondità nascosta, che solo la fede e la speranza sanno cogliere.
La Pasqua di Gesù ci insegna che la Vita nasce passando attraverso la morte: non limitiamoci allora a guardare solo il lato oscuro di quanto stiamo vivendo, ma con la luce della fede pasquale impariamo a guardare i semi di vita nuova che il Signore ci offre anche in questo passaggio, faticoso e dolente, della storia dell’umanità.
+Pierantonio Vescovo