Solennità di San Teobaldo, Patrono di Badia Polesine

Solennità di San Teobaldo, Patrono di Badia Polesine
01-07-2018

La Vostra partecipazione, cari fratelli e sorelle, questa sera attesta la devozione verso il Vostro Patrono, San Teobaldo, una devozione che rimane viva, nonostante i secoli che ci separano da lui: quasi un millennio, visto che gli studi più attendibili datano la sua nascita nel 1033 e la morte nel 1066.
Che cosa può dire a noi oggi San Teobaldo, vissuto in un tempo completamente diverso dal nostro? Mi sembra di poter dire che il messaggio sempre valido che il nostro Patrono ci trasmette è l’invito a cercare la santità. Il filo conduttore della vita di San Teobaldo infatti, è la ricerca della santità. Nato in una nobile famiglia nella regione francese della Champagne, era destinato ad una vita segnata dagli onori, dalle ricchezze, dal potere. Il giovane Teobaldo fuggì letteralmente da tutto questo e si diede alla vita eremitica, mantenendosi con umili lavori e subendo anche umiliazioni. Egli desiderava stare alla presenza di Dio: come il profeta Isaia, di cui ci ha parlato la prima lettura, aspirava fare esperienza della grandezza di Dio e sapeva che per arrivare a questa meta doveva rinunciare alle ricchezze del mondo e farsi umile. Infatti, come afferma Paolo nella lettera ai Corinzi «quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti». Teobaldo era consapevole che difficilmente un ricco può entrare nel regno dei cieli e che per seguire Gesù occorre farsi poveri, arrivando anche a lasciare la propria casa e la propria famiglia.
Il modo in cui San Teobaldo si è fatto santo può apparire lontano dalla nostra esperienza e dalla nostra sensibilità, ma quello che invece non deve esserci estraneo è il desiderio di diventare santi. Come ci ha ricordato recentemente Papa Francesco nella Esortazione Apostolica «Gaudete et exultate» «Il Signore ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente». La santità non è una condizione eccezionale, riservata a quei cristiani – pochi – dichiarati beati o santi. Lo Spirito Santo «riversa santità dappertutto nel santo popolo fedele di Dio». Osserva sempre papa Francesco nella citata Esortazione Apostolica: «Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio, o, per usare un’altra espressione, “la classe media della santità”».
Riconoscere questa chiamata dovrebbe darci gioia ed entusiasmo, perché la santità del cristiano è una via accessibile a tutti e a questo proposito sono molto efficaci gli esempi che papa Francesco porta: «Questa santità a cui il Signore ti chiama andrà crescendo mediante piccoli gesti. Per esempio: una signora va al mercato a fare la spesa, incontra una vicina e inizia a parlare, e vengono le critiche. Ma questa donna dice dentro di sé: “No, non parlerò male di nessuno”. Questo è un passo verso la santità. Poi, a casa, suo figlio le chiede di parlare delle sue fantasie e, anche se è stanca, si siede accanto a lui e ascolta con pazienza e affetto. Ecco un’altra offerta che santifica. Quindi sperimenta un momento di angoscia, ma ricorda l’amore della Vergine Maria, prende il rosario e prega con fede. Questa è un’altra via di santità. Poi esce per strada, incontra un povero e si ferma a conversare con lui con affetto. Anche questo è un passo avanti».
Preghiamo San Teobaldo perché possiamo sentire anche noi il desiderio di farci santi e riusciamo a vedere le vie semplici e concrete su cui il Signore ci chiama a camminare.