MESSAGGIO PASQUALE DEL VESCOVO

«Cristo è risorto! È veramente risorto».

Non è mai facile fare gli auguri di Pasqua: se ci limitiamo ad un gesto esteriore, superficiale, rischiamo di ripetere una formula vuota, del cui contenuto noi per primi non abbiamo consapevolezza. La Pasqua è una festa cristiana ed è difficile al di fuori di una esperienza di fede cogliere la forza e la novità che scaturiscono dalla Risurrezione di Cristo. Proprio per questo augurare buona Pasqua è impegnativo: ci chiede di metterci in gioco e di non aver paura di dire la nostra fede in Gesù Cristo Crocifisso e Risorto.

La Pasqua non è soltanto il simbolo di una vita che rinasce, come la natura che dopo l’inverno si risveglia per una nuova stagione, ma è un evento che ha introdotto nella storia dell’umanità una novità inaudita: Cristo è risorto! La risurrezione non è un ritorno alle condizioni biologiche precedenti la morte, non è un tornare indietro rispetto alla morte, ma un «andare oltre», potremmo dire uno «sfondamento» del limite della morte. La risurrezione di Gesù rompe lo schema dell’eterno ritorno: il futuro non è solo avere una nuova possibilità per riscattarci dai nostri fallimenti e dalle nostre delusioni. Il tempo non ritorna indietro: il «nuovo» della risurrezione è qualcosa che si pone su un altro livello, perché viene da Dio. Il futuro allora è qualcosa che è impossibile agli uomini, ma possibile a Dio. La bellezza della Pasqua sta proprio in questo: sapere che Dio interviene per liberarci dalla costrizione a ripetere sempre gli stessi schemi e a ci dischiude nuovi orizzonti. Dio fa germogliare quello che per noi è insperato, Lui ci risolleva alla dignità dei figli di Dio sottraendoci all’abisso della violenza e del peccato.

In questo tempo violento e impazzito, in cui tutti stiamo sprofondando in un cerchio infernale da cui non riusciamo ad uscire (pensiamo alla spirale di vendette e di atrocità delle guerre in corso), il messaggio della Pasqua ci apre uno squarcio di luce, di cui abbiamo un estremo bisogno. Siamo infatti schiacciati da una cappa buia che avvolge il mondo intero e che ci spinge al pessimismo e alla rassegnazione. Significativa è l’assuefazione alla guerra come via per la soluzione dei conflitti: dopo due anni di guerra in Ucraina, dopo sei mesi di guerra in Palestina ci stiamo abituando all’idea che l’unico rimedio alla violenza è una violenza ancora più forte. L’unico problema sembra sia quello di incrementare la disponibilità di armamenti. Senza che nessuno reagisca, si intensifica la corsa a procurarsi più armi e sempre più sofisticate. Si dimentica la verità elementare per la quale l’unica vittoria possibile è quella di fare la pace.

In questa situazione per pensare ad un mondo diverso occorre veramente «sperare contro ogni speranza»: è quello che hanno fatto tutti i grandi credenti a partire da Abramo ed è quello che anche noi possiamo fare se sapremo accogliere l’annuncio pasquale: «Cristo è risorto! È veramente risorto».