Pubblichiamo integralmente la nota a cura della Commissione Diocesana della Pastorale Sociale riguardante la situazione politica presente nel territorio di Adria-Rovigo. Un piccolo consiglio per i candidati alle prossime elezioni in programma a giugno.
I tradizionali canali di partecipazione rappresentati dai partiti politici appaiono incapaci di proporre prospettive significative. Questo giustifica la grande astensione alle votazioni e la disaffezione all’impegno politico. La crisi della partecipazione diventa pertanto anche crisi della leadership politica e sociale. Il fatto che per la terza volta consecutiva il consiglio comunale non riesca a concludere il suo mandato è sintomo di un malessere radicato, che si esprime nella frammentazione dei gruppi sociali e nella difficoltà di “fare rete”.
La rappresentanza politica tende a suddividersi in tanti gruppi legati a singole persone o espressione di interessi settoriali, che anche quando riescono ad allearsi nel momento elettorale poi si dividono nuovamente nel corso del mandato. Come se una volta eletti si diventasse incapaci di attenzione, di ascolto, di condivisione, che sono le virtù fondamentali di chi si pone al servizio del bene comune, come solitamente si dichiara ai fini elettorali. Sembra infatti prevalgano ancora il particolarismo, il protagonismo di singoli e gruppi, il ripiegamento e la sfiducia verso la stessa possibilità di lavorare insieme per un progetto condiviso di sviluppo sociale ed economico. Dobbiamo invece provare a capire che cosa desiderano e lungo quali sentieri stanno camminando uomini e donne di questa città. Certamente scopriremo molte energie positive, che attendono di essere accolte e indirizzate verso un progetto condiviso: pensiamo in modo particolare al mondo del volontariato, alle tante eccellenze della cultura e dell’arte, all’impegno civico nascosto di tanti semplici cittadini.
La secolare mentalità provinciale particolaristica può essere modificata nel riconoscere il valore delle connessioni, delle collaborazioni, dei collegamenti e dei reciproci riconoscimenti. Ed appunto su questo terreno verifichiamo l’assenza di luoghi e di istituzioni di coordinamento, quasi a ratificare una rassegnazione progettuale votata all’insignificanza, perché alcune iniziative in atto in tal senso sono ancora insufficienti rispetto alle necessità. Questa situazione tuttavia può determinare la elaborazione di proposte generative da parte di tanti soggetti se messi nelle condizioni di tirar fuori il meglio di sé, caratterizzati da un comune sentire che superi le barriere personali, ideologiche, economiche e culturali.
È possibile trovare luoghi e momenti in cui le principali espressioni (pubbliche e del privato sociale) si interroghino rispetto alle questioni innanzi delineate? È possibile un reale confronto sulle risorse (anche umane) presenti in Polesine da valorizzare? La comunità cristiana di Adria-Rovigo si rende disponibile a lavorare in questa prospettiva anche offrendo spazi/tempi/occasioni di incontro/confronto.
foto: SIR/Marco Calvarese