La pace – da invocare, da costruire, da promuovere – è stata il leitmotiv della sessione primaverile del Consiglio Episcopale Permanente che si è svolta a Roma, dal 18 al 20 marzo, sotto la guida del Cardinale Presidente Matteo Zuppi. In apertura dei lavori, i Vescovi hanno ribadito la loro vicinanza e solidarietà a Papa Francesco, sottolineando la necessità di un impegno per la pace a 360°, fatto di preghiera, formazione e gesti concreti. Di fronte ad una cultura che sembra essere assuefatta alla guerra, a un aumento incontrollato delle armi e a un sistema economico che beneficia della corsa agli armamenti, occorre riprendere il dialogo tra Chiesa e mondo attraverso cammini educativi che offrano alternative alle logiche ora dominanti. In quest’ottica, l’esperienza dell’obiezione di coscienza e il patrimonio di azioni sperimentate nel passato possono costituire una base da cui ripartire per tornare a educare alla pace e dare prospettive di futuro, specialmente ai giovani.
Secondo i Vescovi, è urgente lavorare a più livelli per essere costruttori di fraternità, favorendo il dialogo – con una particolare cura di quello ecumenico e interreligioso – con la società e con le Istituzioni, mantenendo alta l’attenzione su scelte legislative non in linea con il Magistero e con i principi sanciti dall’articolo 11 della Costituzione, richiamato dal Card. Zuppi e ancora oggi fondamentale: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
In questo orizzonte, durante la prossima Assemblea Generale i Vescovi vivranno un momento di preghiera, digiuno e solidarietà per invocare la pace e il conforto per quanti soffrono a causa dei conflitti in corso. Fin d’ora alle Diocesi è stato chiesto di accompagnare questa nuova iniziativa di unione e vicinanza. È stato inoltre rilanciato l’invito a partecipare alla “Colletta per la Terra Santa” che si raccoglie il Venerdì Santo.
Nel cuore delle comunità cristiane
L’impegno per la pace – è stato sottolineato – deve prendere avvio all’interno delle comunità cristiane, cercando di ricostruirne il tessuto ecclesiale laddove appare ferito. Il Cammino sinodale sta infatti mostrando l’importanza di fare sintesi tra le diverse sensibilità: anche se non tutti si sentono coinvolti, ormai tutti percepiscono l’importanza di questo tempo ecclesiale, voluto da Papa Francesco per la Chiesa universale e dunque anche per le Chiese in Italia. I collegamenti online delle ultime settimane con i referenti diocesani delle singole Regioni ecclesiastiche hanno evidenziato un grande coinvolgimento in alcune Diocesi, qualche stanchezza oltre che una creatività che continua a essere intensa. Circa la metà delle Diocesi sta riflettendo, in questa fase sapienziale, sulla formazione – in particolare sull’iniziazione cristiana – e sulla corresponsabilità; altre si concentrano sulla comunicazione e sulle strutture; tutte hanno recepito l’orizzonte missionario come stile nel quale affrontare ogni riforma ecclesiale.
Il Consiglio Permanente si è poi confrontato sull’articolazione tra il Cammino sinodale e il Sinodo dei Vescovi, in base alle ultime comunicazioni della Segreteria Generale, ha confermato il cronoprogramma e ha approvato il regolamento delle Assemblee sinodali che si terranno a Roma: la prima, dal 15 al 17 novembre 2024, e la seconda dal 31 marzo al 4 aprile 2025. Mentre infatti si va concludendo la fase sapienziale, ovvero di discernimento su quanto emerso nel biennio dedicato all’ascolto, si inizia a delineare quanto avverrà nella fase profetica.
Ripensare l’iniziazione cristiana
In linea con le istanze del Cammino sinodale, i Vescovi hanno approfondito la questione dell’iniziazione cristiana, con un focus sulla figura dei padrini e delle madrine. Nella società attuale, se il riferimento ai Sacramenti appare ancora molto diffuso, talvolta risulta svuotato di significato, un fatto convenzionale riconosciuto come elemento della tradizione, ma che non consente più di dare per scontata la fede. Secondo i Vescovi, è dunque urgente un ripensamento dei cammini tradizionali che permetta di intrecciare sempre di più la consegna delle forme pratiche della fede con la trasmissione delle esperienze elementari della vita. In tale orizzonte, sarà possibile anche riscoprire e valorizzare il ruolo di padrini e madrine, passando dalla concezione di “sponsor” per un giorno a testimoni autentici nella crescita globale delle persone che ricevono il Sacramento. La loro figura, che deve accompagnare le diverse età, dovrà anche contribuire all’azione generativa ed educativa dei genitori, in sinergia con la comunità ecclesiale.
I Vescovi hanno rilevato la necessità di approfondire ulteriormente il tema per costruire una grammatica comune così da evitare l’attuale diversificazione della prassi pastorale delle Chiese locali, che in alcuni casi hanno sospeso la figura dei padrini e delle madrine a causa di un fraintendimento socioculturale.
Le provocazioni del mondo giovanile
Insieme ai percorsi di iniziazione cristiana, andrebbe ripensato anche il rapporto con le nuove generazioni, a torto considerate “lontane” da Dio, ma ugualmente portatrici di un bisogno di relazione religiosa e di spiritualità, assai esigente, che carica di responsabilità l’intera comunità ecclesiale. Dei giovani, delle loro attese, della loro visione di Chiesa, i Vescovi hanno discusso a partire dagli spunti offerti dalla Dottoressa Paola Bignardi che ha presentato i risultati dell’Indagine in merito a giovani e fede oggi, curata dall’Istituto Toniolo.
Nel contesto attuale – è stato evidenziato – è in atto una trasformazione molto rilevante nella modalità del credere. I giovani esprimono, anche con la loro protesta silenziosa nei confronti della comunità cristiana, il desiderio di un modo nuovo di comprendere l’umano e una domanda di interpretazione della fede dentro questa condizione umana. È in gioco lo stile con cui la Chiesa intende la vita cristiana e la propone. Accogliere queste provocazioni – ha osservato Bignardi – significa per la Chiesa ripensare non solo l’impianto formativo (sebbene questo sia necessario), ma la propria autorappresentazione in rapporto al Vangelo.
Sfide e preoccupazioni del tempo presente
Con lo sguardo fisso sull’attualità, i Vescovi si sono poi confrontati su alcune sfide che chiedono lungimiranza e coraggio. Nella certezza che, come ha ricordato il Cardinale Presidente, «il Paese non crescerà, se non insieme», hanno rinnovato l’appello per uno sviluppo unitario, che metta in circolo in modo virtuoso la solidarietà e la sussidiarietà, promuovendo la crescita e non alimentando le disuguaglianze. Da parte sua la Chiesa in Italia, fedele al Vangelo e nel solco del percorso compiuto finora, continuerà a contribuire all’unità, accompagnando le comunità e non lasciandosi spaventare dalle contingenze del tempo presente. In questo senso, il Cammino sinodale si presenta come una grande occasione anche per ravvivare l’entusiasmo nella Chiesa e la fiducia in essa.
È da leggere in questa prospettiva il mandato affidato alla Caritas Italiana di studiare un progetto di microcredito sociale da realizzare in occasione del Giubileo. L’iniziativa dovrebbe prevedere l’istituzione di un fondo che permetterà di sostenere quanti hanno difficoltà ad accedere al credito ordinario. Il progetto – che ha come elemento innovativo l’accompagnamento della persona – non dovrebbe esaurirsi tuttavia nell’intervento economico a favore dei singoli, ma coinvolgere e impegnare le Chiese locali nella loro pluralità di soggetti, con l’ulteriore obiettivo di far crescere la rete delle Caritas locali e delle Fondazioni antiusura diocesane.
L’attenzione alla persona è emersa poi nel dibattito sulle preoccupazioni segnalate nell’Introduzione ai lavori. In modo particolare, i Vescovi hanno concordato con il Presidente sulla necessità di incrementare le cure palliative, regolamentate da un’ottima legge che però non trova ancora la sua piena attuazione, tanto che vi accede meno della metà degli ammalati. Nonostante esse assicurino dignità, supportino il paziente e i familiari nella malattia, la loro applicazione resta in larga parte disattesa. Dinanzi ad una certa deriva eutanasica e alla fuga in avanti di alcune Regioni desiderose di colmare un vuoto legislativo in tema di fine vita, è fondamentale ribadire – è stato detto – che la vita è sacra, sempre e in qualunque condizione, e che su di essa non si può giocare a ribasso.
Comunicazioni
Settimana Sociale. È stata condivisa la bozza del programma della 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, che si svolgerà a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024 sul tema: “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”. Mentre è già in atto un processo di partecipazione che vede coinvolte le Chiese in Italia e le realtà ecclesiali che danno il loro apporto all’edificazione del “noi comunitario”, sono in fase di definizione i dettagli dell’organizzazione. Come annunciato a gennaio dal Segretario Generale della CEI, Mons. Giuseppe Baturi, è previsto l’intervento di Papa Francesco domenica 7 luglio, a conclusione dell’evento. I partecipanti non saranno più solo delegati diocesani, né solo rappresentanti di associazioni e movimenti, ma cattolici attivi nella vita sociale del Paese. L’obiettivo è quello di riflettere sul tema della democrazia per recuperarne il senso e rileggerla alla luce della Dottrina sociale della Chiesa, approfondendo i fondamenti antropologici, le trasformazioni che la partecipazione sta vivendo, le idee e le procedure che possono rigenerarla, a partire da una presenza nella società civile più efficace. Per questo, ampio spazio sarà riservato ai tavoli di discernimento e di confronto, con una metodologia grazie alla quale possano emergere delle proposte condivise.
Consiglio dei giovani del Mediterraneo. È stato presentato un aggiornamento circa le attività del Consiglio dei giovani del Mediterraneo, un’opera-segno nata a seguito dell’Incontro di Vescovi e Sindaci del Mediterraneo (Firenze, 23-27 febbraio 2022). Fortemente voluto e sostenuto dalla CEI, il progetto mira a curare la dimensione spirituale, a rafforzare l’azione pastorale davanti alle sfide odierne e a costruire relazioni fraterne. Nell’ambito del lavoro del Consiglio, il 3 e il 4 aprile è previsto, a Bruxelles, l’incontro del Direttivo, accompagnato da Mons. Baturi, con Mons. Mariano Crociata, Presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea, e con la Dottoressa Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo. Il 16 aprile, a Fiesole, poi, sarà inaugurata la sede del Consiglio. È in fase di costruzione anche il portale web del Consiglio dei Giovani del Mediterraneo, dove saranno resi disponibili contenuti relativi ai percorsi tematici affrontati, un’area per la formazione permanente, informazioni e notizie.
Adempimenti
Il Consiglio Permanente ha approvato il programma dell’Assemblea Generale che si svolgerà a Roma dal 20 al 23 maggio sul tema “Cammino sinodale: verso la fase profetica”, e alcune modifiche al “Regolamento applicativo” delle Disposizioni concernenti la concessione di contributi finanziari della Conferenza Episcopale Italiana per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto. Approvate anche le modifiche allo Statuto dell’associazione Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti (UCID), volute con l’obiettivo di agevolare nuove forme di convocazione e riunione dei soci attraverso l’impiego delle tecnologie, aggiornare e semplificare il funzionamento degli organi statutari.
Nel corso dei lavori sono state presentate le proposte di ripartizione dei fondi dell’8xmille per l’anno in corso, la cui approvazione spetterà all’Assemblea Generale; di modifica della “Delibera n. 62: Disposizioni circa taluni aspetti della gestione degli Istituti diocesani per il sostentamento del clero” e delle disposizioni relative all’art. 4 bis della “Delibera n. 58” (“Testo unico delle disposizioni di attuazione delle norme relative al sostentamento del clero che svolge servizio in favore delle Diocesi) circa la percentuale riguardante la remunerazione dei presbiteri fidei donum.
Il Consiglio ha infine approvato il Calendario delle attività della CEI per l’anno pastorale 2024-2025.
Nomine
Nel corso dei lavori, il Consiglio Episcopale Permanente ha provveduto alle seguenti nomine:
– Membro della Commissione Episcopale per la liturgia: S.E.R. Mons. Andrea ANDREOZZI, Vescovo di Fano – Fossombrone – Cagli – Pergola;
– Membro della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace: S.E.R. Mons. Alessandro GIRAUDO, Vescovo ausiliare di Torino;
– Vice Consulente ecclesiastico nazionale dell’Unione Cattolica Artisti Italiani (UCAI): Don Gianluca BUSI (Bologna).