Si conclude questa mattina (sabato 10 febbraio) la Visita ad limina dei Vescovi del Triveneto a Roma. Dopo il lungo e fraterno colloquio di giovedì 8 (durato due ore) con Papa Francesco, ieri (venerdì 9) è stata la volta degli incontri con il Dicastero vaticano per l’Evangelizzazione (I Sezione – questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo) e poi con la Segreteria generale per il Sinodo; oggi (sabato) l’ultimo appuntamento è con la Segreteria di Stato – Sezione rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali. Nel tardo pomeriggio di ieri si è svolta, inoltre, la celebrazione eucaristica nella basilica di S. Paolo fuori le Mura a cui hanno preso parte – insieme ai Vescovi – anche alcuni sacerdoti, religiosi/e o fedeli laici originari delle Diocesi trivenete e in questo periodo a Roma per motivi di lavoro, studio o altro.
“Per noi è un momento di gioia completare la settimana di Visita ad limina celebrando insieme l’Eucaristia – ha detto nell’omelia il Patriarca di Venezia e Presidente della Conferenza Episcopale Triveneto Francesco Moraglia – in questo luogo simbolo. L’Apostolo Paolo, nella sua vicenda storica, ci dice che il dono della fede è l’inizio della relazione personale con Dio ma poi ci parla anche della responsabilità della fede e dell’annuncio. Per noi Vescovi, poi, aver fede significa aver cura di quella porzione del gregge di Dio che ci è affidata. In Paolo la fede è, insieme, incontro personale ed ecclesiale con il Signore: io credo, noi crediamo. E solo vivendo queste due dimensioni noi viviamo la fede secondo Gesù. Il credente non è mai un battitore libero, il credente vive e crede con gli altri, per gli altri e grazie agli altri perché quella fede l’ha ricevuta. Come operai della vigna del Signore sentiamo tutta la gioia di questa celebrazione eucaristica in cui l’essere Chiesa è legato al nostro impegno, al nostro sì, alla nostra fede, speranza e carità ma soprattutto nasce dal sentirci tralci dell’unica vite che è la vita di Gesù e la Chiesa è proprio il rendere visibile la sua vita, anche dove il contesto è meno favorevole”.
Intanto, alle impressioni già raccolte in questi giorni, si aggiungono ora altre voci e altri commenti dei Vescovi del Nordest su questa particolarissima settimana “romana”.
Il Segretario della Conferenza Episcopale Triveneto Giuseppe Pellegrini parla di una singolare esperienza “di fraternità e anche di sinodalità con la Chiesa universale e tra di noi nel far emergere, in confronto con i Dicasteri vaticani, il cammino che le nostre Chiese stanno cercando di fare. Avevo già vissuto la Visita ad limina nel 2013, ma questa mi è sembrata ancora più bella per il clima di ascolto e di dialogo che si è instaurato e che ci ha aiutato a capire meglio il significato profondo dell’evangelizzare e, quindi, di portare oggi Gesù nel mondo”.
Per il Vescovo di Vicenza Giuliano Brugnotto “è stata un’esperienza intensa, anche emozionante, poter rinnovare la professione di fede presso la tomba di san Pietro; con me ho portato tutta la diocesi e il popolo di Dio che è in Vicenza. Rinnovare la fede in questo tempo di crisi e difficoltà è per me segno e motivo di speranza e che ci fa continuare nel cammino – che ci indica Papa Francesco – di una conversione pastorale in senso missionario. Tutto ciò è motivo di grande gioia e comunione”.
Il Vescovo di Verona Domenico Pompili ha paragonato la Visita ad limina “ad un pellegrinaggio, non solo fisico ma spirituale, alle sorgenti della fede avendo la possibilità di concentrare sull’essenziale la nostra esperienza di pastori delle Chiese sorelle del Triveneto. La nostra professione di fede alla Tomba di Pietro ci ha dato la possibilità di tornare alla freschezza del Vangelo e poi l’incontro con Papa Francesco si è rivelato un dialogo sereno e approfondito, di ascolto reciproco. Ci è stata data la possibilità di fare le domande più diverse e di avere da lui delle indicazioni e l’incoraggiamento necessario”.
Comunione ecclesiale è la parola che sintetizza, per il Vescovo di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo, questi giorni: “Abbiamo condiviso, senza la pretesa di avere ricette risolutive, gioie e dolori della vita pastorale delle nostre Chiese. Stiamo vivendo un’esperienza di comunione che realmente esprime l’unità e la solidarietà evangelica. Mi ha molto colpito l’incontro con il Papa che, molto cordiale e sereno, ha risposto senza problemi a tutte le nostre domande. Davvero un’esperienza bella che ha rinforzato tutti noi e, mi auguro, anche la nostra Conferenza Episcopale del Triveneto”.
Per il Vescovo di Adria-Rovigo Pierantonio Pavanello sono state “giornate molto belle scandite dal pellegrinaggio alle tombe degli apostoli e dall’incontro con il Papa, Vescovo di Roma e successore di Pietro, che ci conferma nella fede e ci incoraggia. Il messaggio che ci ha trasmesso è di fiducia: non abbiate paura del cambiamento d’epoca, abbiate il coraggio di rischiare e state vicini alla gente. Le riunioni con i dicasteri della Curia Romana ci hanno messo a contatto con il lavoro della Sede Apostolica e ci hanno aiutato anche a capire quali possono essere le forme di collaborazione tra di noi e nell’ambito della Chiesa universale”.