Questa notte presso la Piccola Casa di padre Leopoldo nel quartiere Tassina, è venuta a mancare Amelia Cestari, 92 anni, per tutti «mamma Amelia», una delle ultime due “mamme” rimaste della comunità fondata a Rovigo dalla maestra Laudomia Venuti.
Per i tanti ragazzi, centinaia che sono stati accolti dagli anni ’50 in poi, del secolo scorso, molti di loro orfani, la comunità era gestita dalle “mamme”. Come del resto veniva chiamata da loro anche Amelia. La sua vita e quello che è riuscita a creare è un simbolo per la città.
Mamma Amelia ha avuto la vocazione dopo aver assistito a quello che è stato il miracolo che ha portato alla beatificazione di San Leopoldo Mandic, la guarigione nel 1946 di Elsa Raimondi, da una grave forma di tubercolosi intestinale. Elsa Raimondi è poi rimasta nella comunità della Tassina. Era il 1951 e proprio l’incontro con mamma
Laudomia è stato fondamentale per spingerla a fare una scelta che è stata tutta la sua vita.
«Sarà quello che vorrà la provvidenza», ripeteva spesso davanti alle difficoltà la fondatrice dell’opera ed anche mamma Amelia si affidava con forza a quelle parole. Nata a San Bellino, dove ha frequentato la parrocchia, da padre contadino e madre casalinga, ha incontrato Laudomia a Cavazzana, era insegnante e la sua vita era tutta
dedicata agli orfani e ad aiutare i bambini che vivevano in famiglie in difficoltà. Di seguito trasferite nel quartiere Tassina a Rovigo nacque lì la loro la volontà di far costruire un capitello dedicato a San Leopoldo. Quel capitello è diventato una chiesa, e l’opera una struttura articolata in tre case dove venivano accolti i piccoli rimasti senza
genitori. La gente chiedeva allora come avrebbero fatto a costruire una chiesa se non avevano soldi. Loro rispondevano che «ci avrebbe pensato il Signore».
Nel 1978 la chiesa era stata terminata, inaugurata dal vescovo Sartori. La chiesa era molto frequentata, si celebravano anche matrimoni e funerali. I bambini avevano nelle “mamme” una famiglia, quella famiglia che alcuni di loro non avevano mai avuto, andavano a scuola come gli altri, alle elementari, alle medie. Molti di loro hanno
studiato ancora, all’università, hanno trovato lavoro e si sono costruiti un futuro altrove.
Gli orfani non riempiono più con le loro voci quelle tre case, l’auditorium san Giovanni Calabria e la chiesa di San Leopoldo, ma ancora oggi l’opera e il messaggio delle “mamme” sono quanto mai presenti con diverse realtà (operatori socio sanitari, volontari, suore Francescane Elisabettine, la cooperativa sociale Laerte) che
continuano ad accogliere persone fragili. Anche l’Opera, per volontà del vescovo Pavanello, si è trasformata in Fondazione.
I funerali si svolgeranno mercoledì 26 luglio, alle ore 10,00, nella chiesa di San Leopoldo del quartiere Tassina di Rovigo, come lei ha voluto. Il rito sarà presieduto dal vescovo Pierantonio Pavanello. La salma, che in questi giorni sarà esposta nella chiesa di San Leopoldo per il saluto di quanti l’hanno conosciuta, sarà poi tumulata, dopo le esequie, nel cimitero di Rovigo, non distante da mamma Laudomia Venuti.