In un’epoca dove produttività ed efficacia sono elette a valore quasi assoluto, l’accettazione della fragilità come condizione universale e irrinunciabile è un punto di partenza per poter restituire all’uomo tutta la ricchezza che lo contraddistingue.
In una società che semplifica, schematizza, prevede, in ossequio alle sole leggi della tecnica e del mercato, essere creativi significa restituire invece complessità, profondità, stupore e sapore a tutte le cose che “sanno di umanità”.
E la fragilità sa, eccome, di umanità: in questo senso perde l’associazione mentale col fallimento individuale, per diventare la semplice esposizione a qualcosa che si riconosce più grande di noi. La fragilità accomuna tutti, è un autentico spazio di incontro con l’altro: diviene creatrice di legami, agisce come ponte che istituisce rapporti tra diversi, genera quei ricchi linguaggi comuni capaci di sfuggire alla rigida logica mezzi-fini per restituire all’uomo la prospettiva di cura e comprensione di cui ha bisogno per qualificare la vita.
Come guardare quindi la fragilità con occhi nuovi per eleggerla davvero a punto di partenza per ri-progettare con creatività i nostri territori, le nostre comunità?
La Giornata mondiale dei Poveri ci offre l’occasione per riflettere su questo tema insieme a degli ospiti che ci aiuteranno ad aprire lo sguardo portando le loro esperienze e i loro punti di vista.
L’appuntamento è per sabato 12 novembre dalle ore 17:30 alle ore 19:30 presso il Seminario Vescovile “S. Pio X” a Rovigo.
Facilitati da Enrica Crivellaro – progettista e comunicatrice sociale – saranno con noi
- Stefano Baschieri, direttore di Caritas Fidenza
- Ermanno Ferretti, docente di filosofia del Liceo P. Paleocapa di Rovigo
- Stefano Bucci, centro studi Emmaus
Aprirà i lavori il Vescovo Mons. Pierantonio Pavanello.
L’incontro è aperto a tutti.
Per maggiori informazioni: 0425 23450 oppure info@caritasrovigo.org