«Oggi la luce splenderà su di noi: è nato per noi il Signore!»
Le parole della liturgia del giorno di Natale ci offrono una chiave per entrare nel significato profondo di questa festa e per fare in modo che la celebrazione della nascita del Signore tocchi la nostra vita e la arricchisca di serenità e di speranza.
Il Natale, festa di luce, ci raggiunge anche quest’anno in una situazione di grande incertezza, in cui sentiamo forte il bisogno di un po’ di luce, che ci permetta di guardare con fiducia al tempo che abbiamo davanti. Siamo infatti tutti provati da due anni di pandemia, in cui si sono alternati momenti di grande preoccupazione ad altri in cui ci sembrava di vedere vicina la fine del pericolo. Tuttora però ci sentiamo come avvolti da una lunga notte, che sembra non finire più.
Celebrare il Natale nella fede può aiutarci a diradare le tenebre di questo momento difficile attingendo alla sorgente della vera luce che è il Signore Gesù. Non si tratta di mettere da parte le preoccupazioni e le angosce per evadere dalla situazione presente, ma di trovare motivi di speranza che sostengano il nostro cammino: per questo non ci basta un ottimismo di maniera («Andrà tutto bene!») che è già stato smentito dai fatti, abbiamo bisogno di una speranza vera, che resista anche di fronte alla realtà dura con cui siamo chiamati a confrontarci.
Il Natale non cambia questa realtà fatta di lotta, di fatiche e di sofferenze, ma ci offre una promessa che viene da Dio, una Parola che si è fatta carne e per questo non può più essere smentita: «Io sarò sempre con te» è la promessa fatta da Dio ad Israele e compiuta con la nascita di Gesù a Betlemme. Il Bambino, Figlio di Maria, è l’Emmanuele, il Dio con noi: accoglierlo, riconoscerlo vuol dire avere Dio con noi, quel Dio che è Luce, Consolazione, Pace.
Oggi, proprio perché siamo provati e ci ritroviamo tutti più poveri, siamo nella condizione favorevole per incontrarci con Lui e per condividere con Lui le nostre angosce e le nostre sofferenze. Il mio augurio è che tutti riusciamo a fermarci davanti al presepe per adorare, anche solo per un attimo, il Signore Gesù: adorare non è solo guardare con gli occhi, è vedere con il cuore e riconoscere la grandezza di Dio nella semplicità e nell’umiltà di un Bambino, deponendo davanti a Lui il nostro orgoglio e la nostra autosufficienza.
Il mio pensiero va in modo particolare agli ammalati, agli anziani, specie a quanti nella RSA soffrono ancora per la lontananza dai familiari a motivo delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. Insieme con loro ricordo quanti si dedicano alla loro assistenza: medici, infermieri, operatori sanitari, chiamati a combattere in prima linea una lotta sfibrante. Sono vicino alle famiglie che sono in difficoltà economiche e vivono nella precarietà per la mancanza o l’incertezza del lavoro.
Purtroppo la pandemia e le sue conseguenze sociali ed economiche ha provocato nuove forme di conflittualità nella società. Proprio in una situazione in cui più forte è la necessità di lavorare tutti nella stessa direzione ci ritroviamo più divisi e incapaci di un confronto e un dialogo costruttivo. Il Natale aiuti tutti a ritrovare le ragioni della coesione sociale e della solidarietà, superando pericolose divisioni e conflittualità.
+Pierantonio Pavanello