Non potendo farlo di persona durante le consuete celebrazioni nella Cattedrale di Adria e nel Duomo Concattedrale di Rovigo a causa dell’isolamento per positività al covid, affido a questo scritto il mio augurio per il nuovo anno che sta per cominciare.
Il passaggio ad un anno nuovo è sempre motivo per «voltare pagina» lasciandoci alle spalle le fatiche e le difficoltà dell’anno trascorso e cercando di guardare con fiducia e speranza al nuovo tratto di strada che ci sta davanti. Quest’anno però non è affatto facile «voltare pagina» dopo l’«annus horribilis» 2020. Nonostante le speranze – importanti e oserei dire provvidenziali – che ci vengono dai vaccini, abbiamo davanti ancora molti mesi di difficoltà e fatiche da un punto vista sanitario, ma forse ancora di più in prospettiva sociale ed economica. Paura, rabbia, sfiducia sono i sentimenti che ci accompagnano in questo passaggio da un anno all’altro.
Riflettendo (e in questi giorni di isolamento ne ho avuto ampia possibilità) mi sembra di poter dire che c’è anche un’altra strada: possiamo partire dal tanto bene che la pandemia ha sprigionato nelle nostre comunità per trarre da lì la forza e la speranza di cui abbiamo bisogno per affrontare la grande sfida del 2021.
Inoltre nella visione cristiana la storia non è solo un succedersi casuale di avvenimenti, ma è il campo dove Dio costruisce la salvezza dell’umanità: la Bibbia ci insegna che dentro le vicende umane, anche le più tragiche come le guerre e le pestilenze, Dio continua ad offrire all’umanità un progetto di salvezza e dipende da noi raccogliere l’offerta di questa Alleanza.
Auguro a tutti in questo nuovo anno di contribuire con umiltà e amore a trasformare questa terribile prova in un cammino di salvezza. Non servono azioni mirabolanti e ed eccezionali. Come ha detto papa Francesco nell’Angelus del giorno di Santo Stefano «Il Signore desidera che facciamo della vita un’opera straordinaria attraverso i gesti ordinari, i gesti di ogni giorno. Lì dove viviamo, in famiglia, al lavoro, ovunque, siamo chiamati a essere testimoni di Gesù, anche solo donando la luce di un sorriso, luce che non è nostra: è di Gesù, e anche solo fuggendo le ombre delle chiacchiere e dei pettegolezzi. (…) Piccole cose, ma cambiano la storia, perché aprono la porta, aprono la finestra alla luce di Gesù».
+Pierantonio Pavanello – Vescovo