SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI ROVIGO E NUOVE ELEZIONI

NOTA DEL VESCOVO PIERANTONIO

Con lo scioglimento del Consiglio Comunale e la convocazione di nuove elezioni si apre una fase delicata e importante per la Città di Rovigo. Già qualche mese fa, in occasione della festa del Patrono San Bellino, ho invitato la comunità cristiana ad avere a cuore le sorti della “città degli uomini” e ad essere “luce” e ”sale” in un tempo in cui è difficile intravedere un progetto condiviso di società e di futuro.

Desidero ribadire il desiderio della Chiesa di mettersi a servizio della società civile incoraggiando l’impegno e la partecipazione da un lato, dall’altro richiamando una visione alta della politica a servizio del bene comune.

Invito a riflettere sulle cause profonde della crisi che ha portato allo scioglimento anticipato del Consiglio comunale: al di là delle responsabilità delle persone e dei gruppi politici che hanno amministrato la città – che pure vanno evidenziate – vi è, a mio avviso, una dimensione più profonda, che tocca l’intero tessuto sociale. Il fatto che per la seconda volta consecutiva il consiglio comunale non riesca a concludere il suo mandato è sintomo di un malessere radicato, che si esprime nella frammentazione dei gruppi sociali e nell’incapacità di “fare rete”, elaborando progetti di ampio respiro attorno ai quali aggregare un consenso significativo. In questo contesto la rappresentanza politica tende a suddividersi in tanti gruppi legati a singole persone o espressione di interessi settoriali, che anche quando riescono ad allearsi nel momento elettorale poi si dividono nuovamente nel corso del mandato.

Urge una presa di coscienza da parte dell’intera cittadinanza della necessità di una partecipazione e di un dibattito aperto sul futuro della città. Occorre costruire aggregazioni ampie capaci di proporre una “visione” complessiva, tra le quali i cittadini possano scegliere con chiarezza a chi affidare il governo della città per i prossimi cinque anni.

In altri termini è il momento di mettere da parte le ambizioni e i protagonismi personali e di gruppo, per cercare insieme il bene di Rovigo attraverso un coinvolgimento veramente “popolare”.

Auspico che tutti lavorino per una città aperta e solidale, attenta alle persone più povere e fragili, capace di essere guida e riferimento per l’intero Polesine.

Alla comunità cristiana chiedo di essere “lievito”, che fa crescere la sensibilità verso il bene comune e stimola il convergere delle molte risorse presenti in città verso obiettivi condivisi.

+Pierantonio Pavanello