«Venite benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno promesso per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare. Ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, ammalato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi».
Noi confidiamo che il Signore Gesù possa rivolgere queste parole anche al nostro fratello don Marcello, ora che, terminata la sua vita terrena potrà incontrarlo faccia a faccia.
Tutta la sua vita infatti è stata segnata dal desiderio di essere vicino ai poveri. Il Vescovo di San Jacinto, la Diocesi dell’Ecuador dove ha prestato il suo ministero fino allo scorso mese di settembre, mi scrive: «Padre Marcello è stato per noi un testimone di vita, di impegno e di lavoro con i poveri. Non cercò onori e privilegi. Nei suoi 48anni vissuti in Ecuador condusse una vita molto sobria. Si preparava lui stesso i pasti, lavava i suoi vestiti, curava la pulizia della casa parrocchiale dove viveva. Questa fu una sua scelta per assumere lo stesso stile di vita di tanta gente povera del nostro paese».
La stessa scelta lo portò nel 1964, dopo alcuni anni di cappellano in Cattedrale in Adria, a Castelmassa e Corbola, a decidere di lasciare la Diocesi di Adria per andare a prestare il suo ministero in America Latina: dapprima in Venezuela, poi dal 1970 in Argentina e dal 1973 in Ecuador nella Diocesi di Guayaquil. Da quanto mi scrive il Vescovo di San Jacinto, Diocesi di nuova costituzione smembrata dalla Diocesi di Guayaquil, don Marcello negli ultimi anni si dedicava alle confessioni in un santuario dove celebrava ogni giorno la messa. Era molto amato dalla gente, che alla sua partenza per l’Italia, lo ha salutato con grande affetto.
La mia conoscenza di don Marcello è stata molto superficiale, avendo avuto con lui solo due brevi incontri in questi ultimi mesi trascorsi a casa della sorella. Ho avuto modo di cogliere una personalità forte, motivata spiritualmente e pastoralmente. Del resto fin da giovane doveva essersi distinto. Un nostro sacerdote mi scrive che conserva un ricordo bellissimo di lui. A quel tempo don Marcello era chierico e giocava con i ragazzi più piccoli nel cortile della parrocchia di San Biagio. Commenta il nostro confratello: «La sua figura ha certamente contribuito a rafforzare la mia vocazione e alla mia entrata in Seminario».
Abbiamo sentito nella prima lettura un’espressione molto forte: «La parola di Dio non è incatenata»: la Parola corre per il mondo e cerca chi sia disponibile a farla correre fino agli estremi confini del mondo. Don Marcello, fin da giovane, ha sentito questa chiamata e l’ha realizzata nella forma del presbitero «fidei donum». Con questa espressione si indicano quei preti diocesani che con l’accordo del loro vescovo si mettono a disposizione di un’altra Chiesa per un servizio missionario. Don Marcello è stato il primo nella nostra Diocesi a sperimentare questa possibilità avviata da Pio XII nel 1958 con l’Enciclica “Fidei donum”. Altre esperienze sono seguite negli anni successivi con la missione diocesana in Brasile e ora in Mozambico.
Ringraziamo il Signore per il dono di don Marcello e chiediamo per lui il premio promesso ai suoi servi fedeli. Per noi e per la nostra Chiesa domandiamo al Signore la grazia di vivere lo spirito missionario e il desiderio di stare con i poveri che ha segnato tutta la sua vita.
La mattina del 20 novembre, il Signore ha chiamato a sé don Marcello Prandi, che per molti anni ha prestato il suo ministero in Ecuador ed era tornato in Diocesi lo scorso mese di settembre gravemente ammalato.
I funerali si svolgeranno giovedì 22 alle ore 15.30 nella Chiesa parrocchiale di San Biagio di Lendinara.
Don Marcello Prandi era nato a Treponti di Molinella (frazione di Lendinara) nel 1935. Quando entrò in seminario, nel 1946, proveniva da Rasa. Di lì con la famiglia si trasferì a San Biagio di Lendinara, ove celebrò la sua prima Messa solenne nel 1959. Per qualche tempo fu inviato a Castelmassa e poi a Corbola, dove maturò la sua vocazione missionaria. Era il 1964 quando partì per l’America del Sud, approdando nel Venezuela. Rientrava in Italia per seguire gli studi all’Istituto di Sociologia Pastorale, terminato i quali ritornava in missione. Nel 1973 don Marcello approda a Colimes De Balzar Guajas Guayiaquil in Equador, ove rimane fino al settembre scorso, quando rientra dalla sorella, ospite a Lendinara.
Giovedì 22, alle ore 15.30 nella Chiesa parrocchiale di San Biagio di Lendinara, l’ultimo saluto.