L’anniversario della beatificazione di Maria Bolognesi ci offre l’occasione per una riflessione sulla chiamata alla santità, che è propria di ogni cristiano e quindi riguarda anche ciascuno di noi: «Siate santi, perché io sono santo!» (Lv. 11,44; 1Pt.1,16). Il Concilio Vaticano II ha ripreso questo invito presente nella Sacra Scrittura, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, insegnando: «Muniti di salutari mezzi di una tale abbondanza e di una tale grandezza, tutti i fedeli di ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità la cui perfezione è la stessa del Padre celeste» (LG 11).
Maria Bolognesi, nata e vissuta in mezzo a noi, ci ricorda che la santità non è lontana da noi: lei ci appare come uno dei tanti «santi della porta accanto», di cui parla Papa Francesco nella sua recente Esortazione Apostolica «Gaudete et exultate».
Maria Bolognesi in particolare ci ricorda che la santità è un mistero d’amore, che nasce e si alimenta in un rapporto intimo e personale con il Signore, simile a quello che lega lo sposo alla sua sposa. Le parole del libro di Osea: «La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando usci dal paese d’Egitto» ci sollecitano a vivere un rapporto d’amore con il Signore, lasciandoci attrarre da lui nel roveto ardente della preghiera e dell’adorazione. II riferimento alla giovinezza mi sembra particolarmente importante in questo tempo in cui la Chiesa si prepara a celebrare un Sinodo dei Vescovi dedicato ai giovani. La giovinezza è il tempo in cui tutte le possibilità ci sono aperte davanti, tempo di scoperte, di sentimenti forti, di generosità e di grandi slanci. Per diventare santi abbiamo tutti bisogno di ritornare ad una giovinezza spirituale, ritrovare cioè lo stupore e la gioia della scoperta di un Signore vicino, con cui possiamo parlare a tu per tu, scrollandoci di dosso la corazza dell’abitudine e dell’indifferenza. Allo stesso tempo per camminare sulla via della santità ci serve la pazienza e la perseveranza delle vergini sagge del Vangelo, capaci di attendere lo sposo anche quando la sua venuta tarda. In un tempo in cui vige la regola di avere tutto e subito, attendere, vegliare non è un atteggiamento scontato: solo la perseveranza, la capacità di attendere anche quando costa, ci fa diventare ogni giorno un po’ più santi.
Maria Bolognesi si è fatta santa attraverso una vita nascosta, attraverso la preghiera e la carità, offrendo al Signore le proprie sofferenze per la salvezza dei fratelli. Ognuno di noi ha una sua via particolare verso la santità: «ognuno per la sua via» dice il passo del Concilio citato all’inizio. Papa Francesco in «Gaudete et exultate» lo spiega molto chiaramente: «Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è cosi. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onesta e competenza ii tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o normo? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali. Lascia che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Lascia che tutto sia aperto a Dio e a tal fine scegli Lui, scegli Dio sempre di nuovo. Non ti scoraggiare, perché hai la forza dello Spirito Santo affinché sia possibile, e la santità in fondo, è il frutto dello Spirito Santo nella tua vita (cfr Gal 5,22-23).
ANNIVERSARIO DELLA BEATIFICAZIONE DI MARIA BOLOGNESI
07-09-2018